Sono appena tornato da Atene dove sono stato invitato dal Nikos Poulantzas Institute per una conferenza sui danni provocati dalla privatizzazione della sanità. Conferenza alla quale ha partecipato anche il Ministro della Sanità greco Andreas Xanthos.
I dati dei tagli imposti dalla Troika sono impressionanti. Ne cito solo alcuni: la spesa sanitaria complessiva nel 2008 era di circa 15 miliardi di euro. Nel 2008 era stata ridotta a 8,2 miliardi; ogni 10 lavoratori occupati a tempo pieno nella sanità che andavano in pensione poteva esserne assunto solo uno, una proporzione che si è poi modificata stabilizzandosi sul dato di un lavoratore assunto ogni 5 pensionati.
Tutto questo ha significato chiusura dei servizi e sviluppo del privato per chi poteva pagarselo.
Ora, come è risaputo, è terminata da poco la tutela della Troika sulla Grecia. E’ interessante cercare di capire, nelle drammatiche condizioni accennate precedentemente, quali siano state le priorità in campo sanitario del governo di Syriza, pur tra i limiti e le critiche delle quali da tempo si discute anche all’interno della sinistra.
Parlando con vari colleghi medici e con operatori sanitari e leggendo varia documentazione mi pare che le iniziative assunte nell’ultimo periodo siano di grande interesse. Ne cito brevemente alcune:
- la copertura sanitaria universale dei residenti e degli immigrati regolari, superando il sistema precedente che garantiva la piena assistenza sanitaria solo a chi aveva un’assicurazione legata al posto di lavoro;
- la divisione della popolazione in tre fasce di reddito per la partecipazione alla spesa farmaceutica: 0% per i più poveri; il 10% e il 25% del costo dei farmaci per le altre fasce. Fino ad ora gran parte dei farmaci erano a pagamento per tutti;
- la gratuità di alcuni farmaci per tutta la popolazione affetta da patologie tumorali;
- l’inserimento di alcuni esami, fino ad ora esclusi, quali la mammografia digitale e alcuni test prenatali, nella lista di quelli completamente rimborsati dal sistema sanitario nazionale.
Nonostante i provvedimenti citati e la ripresa di assunzioni di personale nel servizio sanitario nazionale, restano ovviamente ancora molti problemi e alcune delle decisioni assunte sono ancora in via di realizzazione; resta la difficoltà anche nel trovare medici disposti ad andare a lavorare nelle isole e non è detto che gli aumenti salariali previsti per chi accetterà tale collocazione siano sufficienti per riempire i posti che continuano a restare scoperti.
Per non parlare delle difficoltà e dei ritardi nell’assistenza sanitaria verso i migranti accampati nelle isole. Nella situazione attuale svolgono ancora un ruolo importante in Grecia i tanti ambulatori medici autogestiti volontariamente da associazioni, comitati e operatori sanitari.
La situazione della sanità in Grecia, dopo il disastroso intervento della Troika, sembra stia significativamente migliorando; i provvedimenti assunti sembrano andare in una direzione positiva e decisamente in controtendenza con quanto sta accadendo ad esempio da noi, dove quotidianamente si susseguono tagli al SSN in favore di un privato sempre più aggressivo.