«La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base» è il nome del nuovo libro edito da Multimage di Firenze e il cui autore è il trapanese Natale Salvo. Il saggio sarà presentato a Trapani il prossimo 22 febbraio.
L’evento sarà occasione per un dibattito sul tema del Reddito di Cittadinanza e delle risposte che questo strumento prova a dare rispetto ai bisogni di lotta alla povertà, di lavoro dignitoso, d’inclusione sociale. Al dibattito parteciperà la presidente del Moica, il movimento italiano casalinghe, il segretario generale provinciale della CGIL, la direttrice del CAF ACLI, il parroco della Cattedrale di Trapani, il direttore della Caritas trapanese.
«Il Reddito di Base – spiega l’autore del saggio – è una rendita universale ovvero da assegnare, per il solo esistere, a ognuno: ricco o povero, occupato o disoccupato, solo o convivente in un nucleo. Una rendita che sia di misura sufficiente per fare fronte alle necessità più elementari (alloggio, alimentazione, abbigliamento, salute, istruzione, comunicazione), assegnato senza condizione alcuna e in maniera individuale ovvero non a ipotetici “capo famiglia”».
«Il Reddito di Cittadinanza adottato col recente Decreto Legge n. 4 del 2019 – precisa – non corrisponde a questi requisiti. In particolare, se sembra essere calcolato in misura sufficiente, è soggetto a restrizioni e condizioni capillari e, soprattutto, non è individuale».
«Tuttavia – continua Natale Salvo –, occorre anche riconoscere che, mentre nel mondo il Reddito di Base è oggetto di dibattito politico e sperimentazioni, in Italia su tale istituto vi era il totale silenzio. E’ stato il Movimento Cinque Stelle ad avviare, nel 2013, un minimo di dibattito sul tema».
Conclude Salvo: «nel Reddito di Cittadinanza appena introdotto, desidero vedere il primo passo di un percorso ideale che possa condurre, nel tempo, al Reddito di Base Universale. Ci sono diverse cose che non vanno bene, come l’incostituzionale limitazione del diritto rivolto agli stranieri di lungo soggiorno. Ma individuo anche diversi segnali positivi: dall’importo del finanziamento (quintuplicato rispetto al precedente istituto del REI) al potenziamento dei Centri per l’Impiego, dal riconoscimento del lavoro di cura (per i genitori di figli inferiori ai tre anni) all’obbligo di formazione. Le sfide, già in atto in altri Paesi più evoluti, dell’Industria 4.0, e che condurranno, nei prossimi anni, enormi tagli all’occupazione, possono affrontarsi con la repressione poliziesca oppure solo con il Reddito di Base e la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario».