Per contrastare la repressione violenta del dissenso in Sudan e “cercare di ottenere qualche effetto positivo”, le autorità europee “devono pressare”, in particolare facendo leva su “economia e business”. Così oggi all’agenzia ‘Dire’ la giornalista Antonella Napoli, intervistata a margine di una conferenza stampa di ritorno da Khartoum.
Secondo Napoli, le autorità’ europee “devono fare di più perché il Sudan è sensibile a tutto ciò che riguarda l’economia, il business”. Nel corso dell’incontro, intitolato ‘Illuminiamo il Sudan’, la giornalista ha rivolto un appello ai colleghi: “Facciamo sapere quello che sta succedendo in questo paese dove ci sono stati già 55 morti, 1200 arresti, e il governo continua a reprimere ogni forma di dissenso con la violenza, nel sangue”.
Napoli si era recata a Khartoum per documentare le proteste in corso contro il governo del presidente Omar Al-Bashir. Nel corso del soggiorno la giornalista è stata sottoposta a un breve fermo da parte della polizia, che le ha sequestrato e cancellato testimonianze foto e video.
Durante l’intervista con la ‘Dire’, Napoli ha ringraziato il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, che ha dato l’allarme dopo il suo arresto, e la Farnesina, per l’intervento “straordinario e immediato” con cui si è mobilitata per il suo rilascio.