Il Ministro dell’Interno minaccia un procedimento giudiziario per traffico di migranti contro l’equipaggio della Sea-Watch, rea di aver messo in salvo 47 naufraghi. Matteo Salvini, che dovrà rispondere di sequestro di persona come richiesto dal Tribunale dei Ministri, ha tentato ancora una volta di invertire le parti, accusando chi si impegna a salvare vite umane di essere dei delinquenti, e presentando se stesso e il Ministero che dirige come vittime di un sopruso.
L’Osservatorio Solidarietà denuncia il travisamento sistematico della verità messo in atto dal Ministro dell’Interno e dal Governo italiano, che ha come conseguenza immediata la messa a rischio della vita e della salute dei naufraghi raccolti in mare, e come obiettivo di fondo la legittimazione del respingimento sistematico verso la Libia. Ricordiamo che la Libia è stata dichiarata paese “non sicuro” dall’Onu e dalle organizzazioni internazionali. Respingere lì i fuggitivi significa sottoporli a ogni aggiuntiva sorta di violenza, tortura e abuso, quando non messa a morte.
OS esprime la propria solidarietà a chi – ormai unico – è ancora ostinatamente in mare a difendere il più elementare principio di umanità e il diritto internazionale.
OS manifesta preoccupazione per la gravità dell’ulteriore attacco alle prerogative istituzionali compiuto dal Ministro che ha dichiarato i parlamentari saliti a bordo della Sea-Watch3“ parlamentari italiani che non rispettano le leggi italiane e favoriscono l’immigrazione clandestina”.
L’Osservatorio aderisce alle mobilitazioni di questi giorni e sostiene l’appello “Non siamo pesci” per l’istituzione immediata di una commissione parlamentare di inchiesta sulle stragi nel Mediterraneo e la realizzazione di una missione in Libia.