La denuncia della Federazione Sindacale Mondiale, di cui l’Unione Sindacale di Base fa parte, sulla disumana situazione di sfruttamento nella quale vivono e lavorano i lavoratori migranti nei campi del Foggiano ha prodotto i suoi primi, importanti effetti.
La Commissione per le Petizioni del Parlamento Europeo, presieduta dalla liberale svedese Cecilia Wikström, ha infatti scritto alle autorità italiane esprimendo serie preoccupazioni sulle condizioni dei lavoratori migranti, esposti al degrado e allo sfruttamento. Per questo l’Italia è stata caldamente invitata a intervenire per migliorare la situazione dei migranti, con particolare riguardo agli alloggi, all’accesso all’acqua, all’igiene, ai trasporti e alla sicurezza sociale.
Non solo. Diversamente dall’iter abituale, l’organismo dell’Europarlamento ha deciso di lasciare aperta la petizione per verificare la risposta delle autorità italiane e ha investito del problema la Commissione Europea. Quest’ultima si è attivata con una dura lettera all’Italia, nella quale si ricorda che la lotta allo sfruttamento sul lavoro, incluso quello dei migranti, rimane un obiettivo politico e una priorità non solo della Commissione, ma dell’intera UE.
Il governo europeo ricorda infatti l’obbligo di garantire ai lavoratori migranti gli stessi diritti di quelli italiani, ivi compresi salari, sicurezza e salute. Inoltre le direttive europee prevedono che i lavoratori stagionali – quali gran parte dei braccianti sono – hanno diritto ad alloggi che garantiscano standard di vita dignitosi. Infine è garantita sempre la possibilità di intraprendere azioni – direttamente o attraverso le organizzazioni sindacali o non governative – nei confronti dei datori di lavoro, sia per quanto riguarda i salari che per l’alloggio. Si tratta di obblighi che tutti gli Stati membri hanno il dovere di far rispettare, assicurando la costituzione di organismi di controllo adeguati.
La Commissione UE ricorda anche la perseguibilità di quei datori di lavoro che si avvalgono di migranti irregolari, conoscendone lo status e il fatto che i lavoratori hanno diritto a un permesso di soggiorno per tutta la durata del procedimento contro gli imprenditori disonesti.
La lettera della Commissione UE sottolinea anche l’esistenza di rilevanti fondi europei destinati all’integrazione e all’accoglienza dei migranti (AMIF, Asylum, Migration and Integration Fund), e allo sviluppo agricolo (EAFRD, European Agricultural Fund for Rural Development), nonché il progetto legislativo per la creazione di una Authority Europea per il Lavoro (ELA), attualmente in discussione all’Europarlamento.
Fin qui la risposta degli organismi europei alle istanze della Federazione Sindacale Mondiale. La domanda che l’Unione Sindacale di Base rivolge al governo – in presenza di fatti di cronaca che continuamente ricordano l’esistenza conclamata nelle campagne italiane di situazioni di sfruttamento al limite dello schiavismo, è: “Come si pensa di dare attuazione immediata ai provvedimenti di contrasto dello sfruttamento dei lavoratori, anche e soprattutto alla luce del Decreto Sicurezza, che invece dà una mano agli sfruttatori?”