Lo storico Forte Tenaglia a Genova è stato restituito alla cittadinanza con progetti di volontariato e di valorizzazione. E la Casa del Telegrafo oggi vive di nuovo come casafamiglia per minori in affido
La Piuma, così hanno chiamato l’associazione inizialmente formata da famigliari ed amici. Loro sono Emilio Parodi e Laura Lanza, una coppia di educatori che ha fatto dell’accoglienza dei piccoli una scelta di vita. Da quasi 15 anni prendono in affido dal Tribunale dei Minorenni – tramite Comune di residenza – bambini di età diverse, in attesa che la loro madre naturale superi un periodo di difficoltà o, nel peggiore dei casi, in attesa di trovare una nuova famiglia che li accompagni nella crescita.
Ma il sogno di Forte Tenaglia arriva dopo, una decina d’anni fa, quando non lontano dal quartiere di provenienza, sopra la stazione Principe, il gruppo della Piuma si imbatte in una struttura militare della cinta muraria seicentesca, quasi invisibile ai più, e oltretutto sepolta dai rovi e dall’immondizia scaricata abusivamente. L’incontro fortuito con un dirigente del Demanio ragionevole aiuta i volontari a produrre e sottoporre un progetto di recupero a fini sociali che trova parere favorevole per una concessione di prova. E così ha inizio.
Pensionati, giovani, gruppi parrocchiali, amici di amici, professionisti affascinati dal sogno… Una miriade di persone comincia ad affacciarsi a questo fascinoso insieme di ruderi, a conoscerne palmo a palmo l’estensione, a liberarne da vegetazione e rifiuti gli spazi all’aperto e al chiuso. E viene alla luce, in due anni di lavori: una struttura incredibile, sospesa sulla città e abbracciata dal mare, in linea d’aria sembra di poter toccare la lanterna di Genova. Un’oasi verde tra l’azzurro cielo dei colli e il blu intenso del mar ligure. Nel frattempo, visti i buoni risultati, la concessione del Demanio diventa ventennale.
È a partire da questa bellezza, dalle energie generosamente regalate di tante persone comuni, e anche di tanti professionisti, che la Piuma comincia davvero a prendere casa in quello che era un bene militare, e oggi diventa luogo di pace e di accoglienza. Tra bandi, donazioni, raccolte fondi e un mutuo, prendono il via infine i lavori di ristrutturazione edilizia della caserma più in alto, la Casa del Telegrafo, che oggi ospita i locali della casa famiglia, i saloni per le attività sociali, e in via di finitura due appartamenti per accoglienze di maternità e situazioni emergenziali.
Quello che invece avviene regolarmente fin dai primi tempi, è la riapertura del forte alla cittadinanza: con i Porte Aperte, giornate domenicali di visita gratuita e merenda sociale, per conoscere il valore storico artistico del bene e goderne in convivialità. Ma anche con altri progetti che esprimono i valori più profondi della Piuma, come l’accoglienza di rifugiati in borsa lavoro (che hanno così la possibilità di imparare l’arte dei muretti a secco), o l’accoglienza di detenuti in messa alla prova, per i lavori di manutenzione e recupero. Da qualche mese sono arrivate anche le api, nuova occasione di formazione e socialità per svariati volontari, ma anche importante presidio ambientale alle porte della città, a fronte della pericolosa diminuzione della specie in tutta Europa a causa dei pesticidi.
Forte Tenaglia ha vissuto molte stagioni. Il ‘600, l’espansione napoleonica, il corazzamento imposto dai Savoia, le maldestre aggiunte dei soldati fascisti per la contraerea nella Seconda Guerra Mondiale. Quindi l’abbandono e l’abusivismo. Da dieci anni la sua rinascita per la città e per soggetti fragili è una di quelle buone notizie che danno speranza, che si può toccare con mano, che parte dal basso, dal sogno e dalla dedizione di un manipolo di volontari e di famiglie. Ma è uno spazio grande, dove c’è posto per tanti, per progettare sognare e lavorare insieme a quell’Italia che non fa notizia, e che cambia davvero le persone e le vite.