Inaugurato a Roma il Centro per il Clima e lo Sviluppo Sostenibile dell’Africa. Iniziativa dell’Italia, supportata dalla FAO e dallo UNDP, il centro da’ particolare attenzione alla Climate-Smart Agriculture, alle donne ed i giovani in zone rurali e all’accesso all’acqua
Affinchè i giovani africani possano vivere un futuro migliore, è necessario concentrarsi maggiormente sul rafforzamento dei settori agricoli e sulla promozione dello sviluppo rurale nel loro continente.
“L’agricoltura africana non potrà modernizzarsi se non lavoriamo con i giovani in zone rurali, dando loro delle opzioni diverse dalla migrazione”, ha affermato. “Le zone rurali hanno bisogno dei loro giovani per svilupparsi. Tuttavia nessun sviluppo potrà verificarsi se non facciamo fronte ai cambiamenti climatici e le sfide che gli stessi presentano”, ha aggiunto.
Il Direttore ha anche sottolineato che in varie parti dell’Africa la fame è in aumento. “Se non intensifichiamo le nostre azioni nel Sahel non riusciremo ad adempiere agli impegni presi con l’Agenda per lo sviluppo sostenibile e l’obiettivo Fame Zero non sarà raggiunto entro il 2030”, ha affermato.
Il Centro per il clima e lo sviluppo sostenibile dell’Africa, è stato fondato dal governo italiano in collaborazione con il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) e la FAO. Il centro faciliterà lo scambio di informazioni ed il coordinamento, entrambi necessari alla creazione di sinergie tra i vari paesi africani, lo stesso svilupperà e potenzierà soluzioni innovative per lo sviluppo sostenibile, cosi attuando gli obiettivi dell’Agenda 2030 e dell’accordo sul clima di Parigi.
Lo sviluppo sostenibile in Africa “è un pilastro della politica estera italiana. Sfide condivise come la sicurezza, la migrazione e i cambiamenti climatici, segneranno il nostro “destino comune”, ha detto il primo ministro italiano Giuseppe Conte alla cerimonia inaugurazione del nuovo centro, che, come da lui sottolineato, in un primo momento si concentrerà sulla regione del Sahel.
Achim Steiner, capo dell’UNDP, ha messo in evidenza il fatto che il nuovo Centro, frutto di un’iniziativa italiana nata in occasione della riunione ministeriale ambiente del G7 tenutasi a Bologna nel 2017, offra un “punto di partenza concreto” per accelerare le risposte alle sfide note del futuro.
“Stiamo entrando in un secolo in cui lo sviluppo dell’Africa determinerà sempre più lo sviluppo dell’economia mondiale”, ha affermato.
Oggi l’Africa subsahariana è la regione con la più alta prevalenza di denutrizione e con una produzione agricola di molto inferiore rispetto ad altre regioni. Molte le cause, dalle carenze infrastrutturali alla mancanza di accesso ai mercati e al credito. Conflitti e cambiamenti climatici tra i fattori di grande impatto sulle fragili popolazioni rurali.
Il centro
Il Centro per il Clima e lo Sviluppo Sostenibile dell’Africa è una risposta alla necessità, già riconosciuta in seno al G7, di un centro dedicato alla promozione dello sviluppo sostenibile, con una particolare attenzione alle iniziative riguardanti il clima, la Climate Smart Agriculture l’acqua, la generazione pulita di energia e l’uguaglianza di genere.
L’inaugurazione ha visto la partecipazione di ministri di diversi paesi africani – insieme al cardinale Peter Turkson, prefetto del Dicastero della Santa Sede per il servizio dello sviluppo umano integrale, e Ibrahim Thiaw, consigliere speciale del Segretario generale dell’ONU per il Sahel.
La tavola rotonda tenutasi durante l’inaugurazione ha discusso le modalita’ in cui il Centro potra’ rispondere ai bisogni dell’Africa e come i paesi del G7 potranno orientare il loro supporto al contrasto del degrado ambientale ed alla promozione di una crescita economica sostenibile nella regione.
Il governo italiano ha istituito un fondo fiduciario in supporto al Centro. Tra i primi compiti, quello di sostenere le iniziative promosse dal Segretario generale delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile nella regione del Sahel.
La FAO sta gia’ supportando molti stati membri nella formulazione di piani nazionali che rafforzino i mezzi di sussistenza rurali e che supportino schemi di governance inclusiva a beneficio degli agricoltori familiari. Sempre in quest’ambito, la FAO mettera’ a disposizione le sue competenze in materia di sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile e resiliente ai cambiamenti climatici.