Ancora proseguono le polemiche legate ai risultati elettorali in Repubblica Democratica del Congo, risultati arrivati con un preoccupante ritardo e dopo un parziale blocco delle comunicazioni via internet che ad alcuni era sembrato il preludio di un colpo di stat.
Particolarmente critica la posizione della Conferenza episcopale che per bocca del suo portavoce, Don Donatien Nshole, dichiara: “I vescovi hanno preso atto della pubblicazione dei risultati provvisori delle elezioni presidenziali che, che per la prima volta nella storia del nostro Paese, aprono la strada alla via dell’alternanza ai vertici dello Stato. Tuttavia, i vescovi constatano che i risultati pubblicati dalla Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni) non corrispondono ai dati raccolti ai seggi dalla loro Missione di osservazione elettorale. E questa è una constatazione”.
Suscita perplessità la vittoria, col 38% dei voti di Felix Tshisekedi quando i risultati raccolti parallelamente da osservatori indipendenti parlavano dell’affermazione di Martin Fayulu, il candidato di opposizione più accreditato alla viglia e quello meno propenso a fare accordi con il presidente “dinastico” Jhoseph Kabila, “erede” di suo padre.
In una conferenza stampa il candidato sconfitto Martin Fayulu ha immediatamente contestato il risultato e invitato la società civile e i congolesi a reclamare la vittoria. In queste ore ha anche presentato una formale protesta alla commissione elettorale mentre numerosi sostenitori si sono riuniti nelle vicinanze della sua casa. Alcuni scontro con morti sono segnalati nel sud-ovest del paese ma la situazione generale del paese è relativamente calma.