Un successo la proiezione e il dibattito sul film di Margarethe Von Trotta “Rosa Luxemburg”, che a Cannes nel 1986 fu premiato per la migliore interpretazione della sua protagonista Barbara Sukowa. Una folla straripante come al Lido, è stata smistata alla casa del Cinema in varie proiezioni, a latere e successive, perché nonostante il cattivo tempo tutti non sarebbero entrati nel luogo del primo appuntamento.

L’evento, voluto per ricordare il centenario dell’assassinio di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, è stato promosso dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico. Introdotto da Vincenzo Vita, presidente della Fondazione AAMOD e Felice Laudadio, presidente della fondazione CSC.  Poi, a seguito dell’applaudita programmazione, la regista Margarethe Von Trotta ha tenuto una “lezione di cinema” moderata dal Prof. Pietro Montani. Alto l’interesse e molti gli interventi del pubblico.

Margarethe Von Trotta ha chiarito che il titolo originale Die Geduld Der Rosa, letteralmente significa La pazienza di Rosa. Il suo film ritrae, infatti, l’indomito stoicismo di Rosa, propugnatrice fiera del socialismo rivoluzionario che contrappose alle più moderate posizioni riformiste del partito socialdemocratico. Con una suggestiva ricostruzione d’ambiente Margarethe Von Trotta fa della Luxemburg non solo un ritratto politico, bensì anche privato e umano, conferendo al suo lavoro una completezza che sfida il tempo. La fonte principale dalla quale la regista ha attinto per riprodurre il carattere di Rosa e gli eventi, sono le sue lettere stesse. Grazie a sapienti flashback sappiamo della sua infanzia trascorsa in Polonia fino ai fermenti sociali di fine ‘800 che precedono la Rivoluzione d’Ottobre. La vediamo nel carcere tedesco di Wronke scrivere le sue memorie di rivoluzionaria intellettuale. Sappiamo del suo legame sentimentale con Leo Jogiches, compagno di battaglie col quale convive e dal quale decide di separarsi, intraprendere in seguito una relazione con un ragazzo più giovane. Impegnata nel giornalismo militante di sinistra, coinvolta nei moti rivoluzionari del 1918 Rosa Luxemburg è assassinata e gettata in un fiume dai militari al potere nel 1919.

Rivendicando il suo temperamento d’artista Margarethe Von Trotta ha chiarito ai presenti: “Non faccio film per la politica o per comunicare un mio preciso messaggio politico, per quanto ovviamente la politica interessi la vita dei miei personaggi. Come nel caso di Rosa Luxemburg rivoluzionaria radicale, che non sopportava di vedere sangue e ha lottato per tutta la vita contro la guerra, con il sogno di una società migliore. Per me comprendere la realtà significa concepire trame in cui gli spettatori possano identificarsi con i personaggi”. La ricerca cioè di quel “quid” universale che ci accomuna e che ha permesso a questo film di essere restaurato e consegnato alla storia.

L’iniziativa è stata realizzata con la collaborazione e il sostegno del Centro Sperimentale di Cinematografia, Goethe Institut, Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté e Casa del Cinema.

 

Bruna Alasia

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