Greenpeace accoglie con favore la decisione del Procuratore generale slovacco di rilasciare i dodici attivisti incarcerati per oltre 146 ore, a seguito di una protesta pacifica in una miniera di carbone in Slovacchia. Secondo il Procuratore, non sussistono infatti motivi per la detenzione.
Nonostante siano liberi di tornare a casa, gli attivisti dovranno comunque affrontare delle accuse penali. I dodici avevano esposto uno striscione sulla torre mineraria di una compagnia slovacca che estrae lignite, chiedendo la fine dell’era del carbone. Per questo sono attualmente accusati di “aver messo intenzionalmente in pericolo le attività di un impianto/impresa di utilità pubblica”, formula che si riferisce all’estrazione del carbone dalla miniera.
«Siamo felici per il rilascio di queste dodici coraggiose persone, ma è assurdo che possano ancora essere ritenute penalmente responsabili per la loro protesta nonviolenta contro l’industria del carbone», dichiara Julia Sokolovicova, consulente politica di Greenpeace Central and Eastern Europe. «I veri criminali sono quelli che impediscono il progressivo abbandono del carbone, uno dei principali responsabili dei cambiamenti climatici, non questi dodici giovani che hanno agito in difesa del nostro futuro. Tutti sappiamo che la libertà di espressione e la protezione del nostro Pianeta non possono che procedere di pari passo», conclude.