Sono passati alcuni da quando la RSA (Royal Society of Art) ha avviato il sostegno ed i suoi contributi sul reddito di base. Ad Agosto del 2018 è stato realizzato e pubblicato un nuovo studio ed un nuovo rapporto. Mentre in precedenza la RSA ha realizzato delle ricerche e degli studi per fornire un’analisi generale sulle potenzialità del reddito di base, inclusi gli impatti probabilmente più ampi sul sistema fiscale e previdenziale, il nuovo studio è stato pensato per avviare delle sperimentazioni nel Regno Unito e dunque testare questa misura sul campo.
La speranza, secondo i promotori di questo studio, è che questo possa fornire ulteriore supporto per coloro che vogliono introdurre delle sperimentazioni anche locali di un reddito di base incondizionato. Vi sono infatti già quattro località in Scozia che hanno avviato degli studi, sostenuti anche dal governo scozzese, per testare un progetto pilota su base locale. Nel Regno Unito infatti il dibattito ha avuto una forte accelerazione e la proposta del reddito di base è discussa non più solo negli ambiti accademici o tra i sostenitori, ma da tema marginale è divenuto un tema di dibattito mainstream. Infatti anche tra diverse forze politiche, compresi i laburisti, il tema sta acquisendo sempre più consenso.
La RSA ha voluto riprendere con forza la proposta del reddito di base anche grazie al fatto che, dopo la riforma dell’Universal Credit (con forti tagli proprio alle misure di sostegno al reddito), gli impatti ed i risultati sono stati fortemente negativi . Un recente studio accademico dedicato al tema della condizionalità del reddito (cioè essere obbligati ad accettare qualsiasi proposta di lavoro altrimenti si perde il sostegno economico) dal titolo “The Welfare Conditionality Report”, ha rilevato che l’attuale sistema di workfare è inefficace, non migliora le motivazioni alla ricerca di un lavoro o di nuovo collocamento, sta portando ad un aumento della povertà, si sta rilevando dannoso per la salute mentale e fisica, ed è considerato un sostegno economico insufficiente per le persone.
Quindi, secondo i ricercatori e gli autori del nuovo studio del RSA, è giusto essere preoccupati per l’attuale sistema di sostegni economici del welfare ed il reddito di base è una reale alternativa nel rilanciare l’idea di un nuovo welfare.
Lo studio realizzato da RSA è un rapporto dettagliato che indaga su come potrebbero funzionare forme sperimentali, anche locale, di un reddito di base incondizionato. I modelli e i kit di strumenti contenuti in questo rapporto dovrebbero aiutare coloro che prendono in considerazione la possibilità di avviare sperimentazioni sul campo ed è questa infatti la principale intenzione del rapporto realizzato da RSA.
In un decennio in cui il Regno Unito lascerà l’UE, dove gli impatti dell’automazione e dell’intelligenza artificiale sono ancora sconosciuti e dove i livelli di insicurezza economica sono già elevati, vi è un forte motivo per considerare le alternative e sperimentare ora un reddito di base anche su scala ridotta consentirà di avere un dibattito e delle conoscenze maggiori. Oltre che sensibilizzare in maniera più ampia i cittadini in merito a questa proposta. Il rapporto e lo studio realizzato dunque dovrebbe aiutare la qualità nel disegnare le proposte di sperimentazione ed inoltre serve anche a dare quelle giuste informazioni necessarie anche per rispondere ai molti dubbi che il grande pubblico si pone. Per RSA è tuttavia necessario apportare un cambiamento decisivo nel modo in cui cerchiamo di fornire un sistema di sicurezza economica per tutti.