Il 4 dicembre 2018 un tribunale greco ha disposto il rilascio su cauzione di due operatori umanitari la cui unica colpa è stata quella di aver salvato vite umane.
Sean Binder e Sara Mardini sono stati rilasciati dopo oltre 100 giorni a seguito del pagamento di 5000 euro.
Sara, 23 anni, rifugiata siriana, nel 2015 salvò 18 rifugiati tuffandosi in mare nelle acque circostanti l’isola di Lesbo con l’aiuto del suo collega Sean, 24 anni, volontario irlandese dell’Ong Emergency Response Centre International.
Tuttavia, entrambi rischiano ancora 25 anni di carcere per le assurde accuse di appartenenza a un’organizzazione criminale, spionaggio e traffico di esseri umani.
Secondo i loro avvocati difensori, la pubblica accusa non è stata in grado di produrre alcuna prova concreta a sostegno di queste infamanti imputazioni.
Si tratta dell’ennesimo esempio di criminalizzazione della solidarietà, in questo caso in Grecia, in cui le norme contro il traffico di esseri umani vengono utilizzate per incriminare persone che hanno salvato vite umane.
Sean e Sara dovrebbero ricevere applausi, ma in questo mondo orwelliano, potrebbero andare incontro a una lunga condanna.