Con 24 voti favorevoli e 15 contrari (con 2 astensioni), il 13 dicembre il Consiglio degli Stati dell’Assemblea federale svizzera si è unito al Consiglio Nazionale per chiedere al governo di firmare il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPAN) e di sottoporlo senza indugio al Parlamento per la ratifica. Questa votazione è il frutto di una pubblica protesta contro la decisione del governo di adottare in agosto un atteggiamento di attesa nei confronti del TPAN. Il sonoro sì del Parlamento invia il segnale che, soprattutto di fronte alle attuali tensioni internazionali, le ragioni umanitarie e di sicurezza per l’adesione al Trattato per la proibizione delle armi nucleari debbano prevalere.
Posizione della Svizzera sul trattato sulla proibizione delle armi nucleari
La Svizzera è stata tra i 122 paesi che hanno votato a favore dell’adozione del TPAN nel luglio 2017, ma da allora è sempre stata indecisa sull’adesione. Il 5 giugno il Consiglio Nazionale ha adottato una mozione (17.4241) che incoraggia il Consiglio federale a firmare il trattato senza indugio. In agosto, tuttavia, il Consiglio federale ha annunciato che la Svizzera non avrebbe firmato il TPAN “in questo momento”. Il governo ha persino preso in considerazione la “possibilità” di collocarsi sotto “un ombrello nucleare” in caso di attacco.
Quella mossa è stata accolta da una disapprovazione generale. ICAN Svizzera ha analizzato a fondo il rapporto che accompagna la decisione e insieme alla Croce Rossa Svizzera e ai suoi partners – PSR/IPPNW Svizzera, Chiese svizzere e Sortir du Nucléaire Suisse Romande, ha parlato con i parlamentari di tutti i partiti. Inoltre ICAN Svizzera ha lanciato una petizione per invitare il paese a firmare il TPAN; il voto del 13 dicembre è una vittoria anche per le oltre 25.000 persone che l’hanno firmata. Insieme, hanno convinto i membri della Camera alta a votare a favore della mozione.
E ora?
“Insieme alle oltre 25.000 persone che hanno firmato la nostra petizione, siamo estremamente soddisfatti del voto di oggi. La gente non vuole un ombrello nucleare”, ha dichiarato il 13 dicembre Maya Brehm, co-fondatrice di ICAN Svizzera. “Il prossimo passo è chiaro: aspettare non è un’opzione. Il Consiglio federale deve firmare immediatamente il TPAN”, ha proseguito Brehm.
Anche Beatrice Fihn, direttrice esecutiva di ICAN, ha accolto con favore l’iniziativa: “Questa decisione del Parlamento svizzero è una vittoria clamorosa per la democrazia e l’attivismo popolare e un chiaro segnale che i legislatori hanno un ruolo importante da svolgere per garantire il successo del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Lavorando in collaborazione con gli attivisti dell’ICAN, i parlamentari avranno un ruolo guida in tutti gli Stati – compresi quelli che sostengono le armi nucleari – per convincere i loro governi a rifiutare qualsiasi ruolo delle armi nucleari nelle politiche di sicurezza nazionale.
Ci auguriamo che il governo svizzero ritorni alla sua tradizione umanitaria nel campo del disarmo nucleare seguendo la decisione del suo Parlamento di firmare e ratificare immediatamente il TPAN”.
Traduzione dall’inglese di Annalaura Erroi