Amnesty International ha sollecitato le autorità egiziane a dare immediatamente seguito alla decisione di un tribunale del Cairo che ha disposto la fine della detenzione preventiva di Amal Fathy, accusata di “appartenenza a gruppo terroristico”, “diffusione di idee che invocano azioni di terrorismo” e “pubblicazione di notizie false”.
Amal Fathy dovrà presentarsi diverse volte in una stazione di polizia, in attesa della nuova udienza prevista il 26 dicembre.
Amal Fathy è stata già condannata a due anni di carcere nel processo di primo grado con cui si è conclusa una distinta inchiesta riguardante un video online in cui aveva criticato le autorità egiziane per il mancato contrasto delle molestie sessuali.
“La decisione di rilasciare con la condizionale Amal Fathy, che ha ingiustamente trascorso gli ultimi sette mesi dietro le sbarre, fa intravedere la speranza che la sua agonia carceraria possa terminare presto. Le autorità egiziane devono rispettare la decisione del tribunale e assicurare che Amal Fathy sia immediatamente rilasciata e possa riunirsi con la sua famiglia”, ha dichiarato Najia Bounaim, direttrice delle campagne di Amnesty International sull’Africa del Nord.
“La libertà condizionata non è comunque abbastanza. Amal Fathy è perseguitata solo per aver denunciato in modo pacifico le molestie sessuali. Nei suoi confronti c’è dunque un’evidente violazione del diritto alla libertà d’espressione, protetto dagli obblighi internazionali dell’Egitto e dalla stessa Costituzione del paese”, ha aggiunto Bounaim.
Amal Fathy era stata arrestata in modo arbitrario l’11 maggio per aver pubblicato su Facebook un video in cui raccontava la sua esperienza di vittima di molestie sessuali e criticava le autorità egiziane per la mancata protezione delle donne. Il 20 settembre è stata condannata a due anni di carcere e al pagamento di una multa di 10.000 sterline egiziane (490 euro). La cauzione per sospendere la sentenza è stata fissata a 20.000 sterline egiziane (980 euro). La multa e la cauzione sono state saldate. Il 30 dicembre è previsto la sentenza del processo d’appello.
Amal Fathy è la moglie di Mohamed Lotfy, direttore della Commissione egiziana per i diritti e la libertà, l’organizzazione non governativa egiziana che – nonostante arresti e intimidazioni – ha da subito fornito consulenza legale alla famiglia di Giulio Regeni.