L’impegno per un’Italia multiculturale, che dia spazio a tutti i colori e tutte le voci, può ripartire delle scuole: è il messaggio giunto da Milano, dove si è tenuta la seconda edizione del Summit delle diaspore, appuntamento sostenuto dalla cooperazione italiana, animato dalle comunità di origine straniera.
Al centro dell’incontro la convinzione che le diaspore costituiscano un elemento chiave per lo sviluppo economico e sociale dell’Italia e, come evidenziato nella nuova legge della cooperazione, dei loro Paesi di origine.
Amadou Baparapé, uno dei partecipanti: “A Milano le diaspore dicono che vogliono partecipare, esserci”. Di percorso virtuoso ha detto Leonardo Carmenati, direttore vicario dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics): “Lavorare con le diaspore è un’opportunità, che ci dà la possibilità di elaborare e vivere anche la nostra fase progettuale con altri punti di vista”.
A Milano, a Palazzo Reale, in tanti hanno evidenziato la necessità di un impegno di divulgazione più ampio, che coinvolga anzitutto giovani e scuole. Tommy Kuti, rapper di origini nigeriane, bresciano e orgogliosamente afroitaliano: “Sarebbe bello che questi messaggi fossero comunicati agli italiani a casa, che capissero l’importanza della diversità; è bello il mondo che è diverso”.
Cleophas Dioma, il coordinatore del Summit, ha dato appuntamento alla prossima edizione nel 2019 a Roma rilanciando l’appello di Sara Danioko, una studentessa milanese di 14 anni: “Vorrei dessero la possibilità agli afro-italiani, agli italo-cinesi e agli italo-filippini di dare un pizzico della loro cultura personale per far avanzare l’Italia e farla diventare un posto migliore”.
Un impegno, questo, fatto proprio anche dal viceministro degli Esteri Emanuela Del Re: “Le scuole sono il luogo da cui ripartire, con linguaggi agili che possano trasmettere valori importanti in maniera semplice ed efficace”.