La manifestazione No-Tav di ieri a Torino ha raggiunto ampiamente tutti gli obiettivi che si erano proposti gli organizzatori: in un corteo lunghissimo e colorato che occupava tutta piazza Castello e via Cernaia hanno sfilato 60.000 persone, rinnovando la storia di un movimento che da più di vent’anni si batte contro un’opera inutile e dannosa.
Una risposta netta alla manifestazione Si-Tav
Il primo obiettivo della manifestazione era una risposta popolare alla manifestazione dei favorevoli al treno ad Alta velocità tenutasi a Torino, sempre in piazza Castello, circa un mese fa.
La risposta è stata forte nei numeri: gli organizzatori parlano di 60.000-70.000 persone presenti, più del doppio dei presenti alla manifestazione Si-Tav. A Parte la consueta battaglia sui numeri, il risultato percettivo è quello di una marea umana per cui non è stata sufficiente piazza Castello tanto che una parte del corteo è rimasta in via Cernaia.
La risposta è stata forte nei partecipanti.
Nel corteo erano rappresentate tutte le fasce d’età, dai giovanissimi ai gagliardi contadini della valsusa.
Nel corteo erano presenti tutti i livelli di rappresentatività politica e sociale, dai liberi cittadini ai sindaci con la fascia tricolore, dai gonfaloni comunali ai rappresentanti di partiti politici, sindacati ed associazioni del territorio e non.
A differenza dell’altra manifestazione nata sull’idea generica di una ripartenza-rinascita di Torino e su una diffusa opposizione alla giunta Appendino, la manifestazione di ieri è stata convocata su una forte idea di sviluppo sostenibile agglomerata intorno alla battaglia contro la “grande opera inutile” per eccellenza.
Per raggiungere questo obiettivo sono stati utilizzati tutti i mezzi a disposizione: da una convocazione capillare all’attivazione di tutti i “testimonial” che in questi anni hanno prestato la loro notorietà al movimento: si possono citare a livello esemplificativo Zerocalcare che, per la sua disponibilità a disegnare la locandina della manifestazione, ha subito per giorni attacchi sui socials, ed i Modena City Ramblers
La rivendicazione di più di vent’anni di storia
Altro obiettivo della manifestazione era quello di rivendicare più di vent’anni di storia e confutare la narrazione che lega troppo strettamente il destino del movimento No-Tav alle fortune del Movimento Cinque Stelle, che ha peraltro avuto il merito politico di mettere in discussione seriamente l’opera costringendo i favorevoli a scendere in piazza.
La data scelta per la manifestazione ricorda infatti una delle più grandi vittorie del movimento ovvero l’occupazione l’8 dicembre 2005 del cantiere di Venaus che ha di fatto fermato il progetto e costretto ad una sua riformulazione.
Nella sua storia il movimento si è sempre battuto fortemente contro il progetto dell’alta velocità Torino-Lione giudicato (dati alla mano) inutile e dannoso e chiedendo, in alternativa, la realizzazione di progetti per la cura del territorio ed il potenziamento delle linea esistente, peraltro sottoutilizzata.
Un lavoro di sensibilizzazione e resilienza riconosciuto ufficialmente anche dal tribunale permanente dei popoli
Le future battaglie
La manifestazione ha inoltre voluto dimostrare la vitalità e la compattezza di un movimento con cui qualsiasi governo e istituzione dovrà fare i conti nei prossimi anni soprattutto in questi tempi di forti cambiamenti negli equilibri politici nazionali, continentali ed internazionali.