Il governo dello Yemen e gli sciiti Houthi sarebbero pronti ad avviare i colloqui in Svezia per raggiungere un accordo di pace. L’annuncio è arrivato venerdì 16 novembre dall’inviato dell’ Onu nello Yemen, Martin Griffiths.
Griffiths ha dichiarato al Consiglio di Sicurezza che le parti, in conflitto dal 2014, hanno mostrato un “rinnovato impegno” a lavorare su una soluzione politica e ha descritto questa fase come “un momento cruciale” per il Paese.
L’inviato Onu non ha parlato di date ma ha riferito di aver ricevuto “ferme rassicurazioni dalla leadership dei partiti yemeniti”.
La nuova tornata di negoziati di pace per porre fine alla guerra era inizialmente prevista per novembre ma era stato rimandato a fine dicembre. Pare che le parti stiano anche discutendo di accordi logistici che includano evacuazioni mediche da Sanaa e scambi di prigionieri e detenuti. La guerra nello Yemen ha suscitato più volte reazioni (anche se timide e altalenanti) della Comunità Internazionale.
Recentemente Paesi come Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia hanno chiesto la cessazione delle ostilità. Lunedì 19 dicembre il Regno Unito dovrebbe presentare una bozza di risoluzione al Consiglio di sicurezza per affrontare il conflitto. In questo quadro di richieste non si può però non ricordare che Regno Unito e Stati Uniti hanno venduto più di 12 miliardi di armi in Arabia Saudita da quando è intervenuta nella guerra nel 2015.
Il Paese è allo stremo. Dopo una recente visita nello Yemen, il capo del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite ha avvertito che il Paese sta affrontando una vera e propria carestia. Secondo i funzionari delle Nazioni Unite otto milioni di persone sono colpite da una grave mancanza di cibo e fino a 14 milioni (la metà della popolazione dello Yemen) sono a rischio di carestia.