” Tutti i pubblicisti mentono…
…parola di pubblicista”
Pochi giorni dopo il rimpatrio del suo Ambasciatore in Tanzania, l’Unione Europea oggi comunica di aver richiamato anche il Primo Segretario.
In un comunicato diffuso dal portavoce del Capo della Politica Estera della UE, Federica Mogherini, si legge tra l’altro:
“… Gli stati membri del blocco europeo hanno detto di essere preoccupati a causa della situazione politica in Tanzania, citando restrizioni sui media e minacce verso chi manifesta abitudini alimentari peculiari”.
E ancora:
“…Indebite pressioni da parte del governo tanzaniano sui Rappresentanti della UE hanno forzato il loro richiamo a Bruxelles… Questa attitudine non ha precedenti e non è in linea con la lunga tradizione di dialogo e di consultazione bilaterale, il che rammarica profondamente l’UE…
… il deterioramento dei diritti e delle libertà in quel paese è ormai sotto il fuoco incrociato dei donatori occidentali”.
In effetti questo annuncio viene una settimana dopo il congelamento di aiuti danesi per 8 milioni di euro, che erano destinati alle mense scolastiche di un intero distretto rurale. Motivo: troppe foto di bambini con il volto non adeguatamente dissimulato. Potenza della Privacy!
Vani sarebbero stati i tentativi della diplomazia tanzaniana di trattenere l’ambasciatore europeo, concedendogli in via del tutto riservata di bere la sua birra preferita purché, in eventi pubblici con relativa presenza di personalità musulmane, la birra fosse contenuta in bottiglie etichettate come analcoliche.
Però questa notizia attende conferma, essendo tale la confusione a Bruxelles per cui, secondo altre fonti, l’espediente della birra travestita da analcolica si riferirebbe al Primo Segretario e non all’Ambasciatore.
Si è rivelato invece come interamente fake il battage dell’ultima settimana su tutti i media occidentali, e sulla maggioranza di quelli tanzaniani (controllati dal mainstream), secondo cui la Baviera avrebbe congelato quasi 10 milioni di euro in aiuti per due Istituti di Specializzazione in Tecnica Alberghiera, a causa di una presunta proibizione di preparare il tipico ‘salame di cioccolato’ e del sequestro -mai avvenuto in realtà- delle ricette recanti immagini di quello che i media mainstream hanno ribattezzato e cavalcato come “immondo prodotto dolciario”. Riproduciamo in copertina l’immagine assurta a simbolo della crociata occidentale per liberare gli africani, in particolare quelli di osservanza musulmana, dalle loro superstizioni e tabù culturali…
Absit injuria verbis!
Al momento di pubblicare, poche ma autorevolissime fonti rivelano che l’ambasciatore UE è sì stato revocato, ma in extremis dopo un lungo braccio di ferro, per evitare che fosse espulso, e a proposito di questo particolare iniziano a trapelare frammenti di notizie mai riportate dai media occidentali, anche se gravide di conseguenze nazionali e internazionali: la trasmissione in prima serata di una lunga inquadratura dell’Ambasciatore UE, ripreso mentre estraeva dal taschino della giacca una fiaschetta di whisky, se lo versava nel bicchiere e lo sorseggiava tranquillamente durante un banchetto ufficiale per celebrare la fine del Ramadan, aveva causato proteste formali da parte dei convenuti, tumulti popolari in molte città e villaggi, e perfino una seduta speciale di interpellanze e interrogazioni a camere congiunte nel Parlamento a Dodoma.
Convocato discretamente presso il Ministero degli Esteri, l’Ambasciatore aveva rifiutato di porgere le sue scuse dichiarandosi -leggiamo testualmente dal verbale ufficiale- “fiero paladino degli usi e costumi degli Europei e in particolare del Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker”.
Ci si chiede: davvero il senso di impunità è ormai così diffuso fra i politicanti e i loro lacchè pennivendoli dall’esporsi così spudoratamente nel calpestare la cultura dei paesi poveri?
Possibilissimo, tanto i loro burattinai restano sempre dietro, nell’ombra.