Sarà soprattutto un test sui due anni di Trump alla Casa Bianca. L’ansia è palpabile e gli ultimi giorni di campagna elettorale hanno visto scendere in campo senza sosta i big dei due partiti compreso lo stesso Trump con i suoi discorsi incendiari e l’ex presidente Obama che ha cercato di motivare quell’elettorato afroamericano vicino ai democratici, ma più restio ad andare alle urne.
L’affluenza ai seggi è un elemento decisivo per il risultato di queste elezioni che servono per rinnovare un terzo del Senato, i 435 seggi della Camera, le assemblee dei singoli Stati e un consistente numero di posti da Governatore.
L’obiettivo dei Democratici è strappare almeno la Camera dei Deputati ai Repubblicani, servono 23 seggi, e i sondaggi lasciano immaginare che potrebbero anche farcela.
Il Washington Post parla di un vantaggio del 7% dei Democratici, anche se il trend è in calo. 33 milioni di americani hanno già votato, per posta o utilizzando il sistema dell’”early voting” il voto anticipato, un numero record se paragonato al passato. Ma sono ancora tanti gli indecisi che devono decidere se andare a votare e per chi. La posta in gioco è alta per entrambi i partiti.
Se i Repubblicani riusciranno a mantenere il controllo di entrambe le Camere c’è da prevedere un nuovo attacco all’assistenza sanitaria, l’Obamacare che sinora Trump non è riuscito a modificare; un nuovo taglio alle tasse per i ricchi e una maggiore deregulation su varie questioni tra cui la normativa sulla riduzione delle emissioni di CO2.
Se invece i Democratici riusciranno a conquistare la maggioranza alla Camera l’Obamacare sarebbe consolidata, non ci sarebbero ulteriori tagli di tasse per i redditi più alti e sarebbe più difficile scardinare alcuni provvedimenti della precedente amministrazione di Obama.
La vera sorpresa da queste elezioni può venire dalla quantità di donne che si sono candidate e che dopo la sconfitta della Clinton sono alla ricerca di una rivincita. Provengono dalle minoranze afroamericane ispaniche e asiatiche.
Sono 272 su 964 candidati, 84 le afroamericane, il 42% in più del passato. 26 i rappresentanti della componente LGBT che con l’arrivo di Trump hanno visto a rischio diritti acquisiti.
Sarà interessante vedere se nella Georgia uno degli stati del sud tra i più conservatori, Stacey Adams ce la farà a conquistare la poltrona di Governatore e diventare la prima donna afroamericana a ricoprire tale incarico negli Stati Uniti. Christine Hallquist transgender potrebbe essere eletta in Vermont alla poltrona di governatore, mentre Paulette Jordan potrebbe diventare la prima nativa americana al posto di Governatore in Idaho, Jared Polis in Colorado il primo governatore apertamente gay.
Al Congresso potrebbe entrare la prima donna musulmana Ilhan Omar candidata in Minnesota; Alexandria Ocasio Cortez 28 anni ispanica sarà la più giovane deputata. Nel Bronx alle primarie è riuscita a sconfiggere Joe Crowley un parlamentare di lungo corso che davano come possibile nuovo speaker della Camera per i Democratici.
In Pennsylvania, dove non è mai stata eletta una donna al Congresso, comunque vada una quest’anno ce la farà, perché la sfida è tra due donne e non era mai successo prima. Ci sono poi altre gare da tenere d’occhio.
In Florida l’afroamericano Andrew Gillum democratico sta provando a ribaltare gli equilibri di uno stato roccaforte repubblicana.
E’ un’America multicolore che è scesa in campo per sfidare Trump che in queste ultime ore non ha risparmiato parole divisive spargendo odio contro i messicani e la carovana di migranti in viaggio verso il confine americano contro la quale ha mobilitato l’esercito invitandolo a sparare se qualcuno tirerà pietre. Il presidente nel tentativo di mobilitare il suo elettorato bianco evangelico e conservatore ha messo in discussione anche il diritto di cittadinanza per chi nasce sul suolo americano.
E’ un’America divisa in un clima teso che aspetta i risultati di questo test elettorale, sul quale pesa anche la strage dei giorni scorsi in una sinagoga di Pittsburgh con 11 ebrei uccisi e i pacchi bomba inviati a politici critici di Trump.
Se i Democratici dovessero farcela a ribaltare gli attuali equilibri, la corsa per la Casa Bianca del 2020 potrebbe riservarci grandi sorprese. Per Trump la riconferma sarebbe meno certa.
Articolo di Tiziana Ferrario