I deputati denunciano ‘omissioni sistematiche’ e il caso Yemen.
Il Parlamento ha chiesto con 427 voti in favore, un meccanismo per imporre sanzioni agli Stati membri dell’Ue che violano le regole comuni in materia di esportazione di armi. Come si ricorda in una nota, nonostante ci siano regole concordate congiuntamente che stabiliscono chi puo’ ottenere la licenza di esportazione delle armi, gli Stati membri hanno omesso sistematicamente di applicarle. Il Parlamento chiede pertanto un meccanismo per imporre sanzioni agli Stati membri dell’Ue che violano le regole.
Per i deputati, si legge ancora nel comunicato, avere norme comuni sulle esportazioni di armi e’ essenziale per evitare abusi dei diritti umani e impedire l’utilizzo di armi europee contro le stesse forze europee.
I deputati hanno riportato alcuni esempi particolari, come quello dell’Arabia Saudita: nonostante il Paese violasse sei degli otto criteri stabiliti comunemente, quasi tutti gli Stati membri hanno dato il via libera all’esportazione di armi, compromettendo cosi’ l’intero sforzo europeo di controllo degli armamenti. I deputati hanno sottolineato che le navi da guerra esportate hanno contribuito a rafforzare il blocco navale nello Yemen, mentre gli aerei e le bombe sono state fondamentali per la campagna aerea, causando sofferenze continue alla popolazione dello Yemen. Si sono quindi congratulati con la Germania e con l’Olanda, che hanno cessato di vendere armi all’Arabia Saudita e hanno criticato gli Stati membri che ancora non l’hanno fatto. Quindi, e’ stato chiesto anche un embargo nei confronti di tutti gli altri membri della coalizione guidata dall’Arabia Saudita nello Yemen.
Secondo la 19esima relazione annuale sulle esportazioni delle armi, l’Ue e’ il secondo maggior fornitore di armi al mondo (27 per cento delle esportazioni mondiali di armi), dopo gli Stati Uniti (34 per cento) e prima della Russia (22 per cento). Nel 2016, il 40,5 per cento delle licenze di esportazione delle armi e’ stato concesso a paesi del Medio Oriente e del Nord Africa. L’Arabia Saudita, l’Egitto e gli Emirati Arabi Uniti (Eau) rappresentano la maggior parte di tali esportazioni (57,9 miliardi). La posizione comune dell’Ue sulle esportazioni di armi e’ l’unico accordo giuridicamente vincolante a livello regionale sulle esportazioni di armi convenzionali. Essa elenca otto criteri che gli Stati membri devono applicare quando prendono una decisione sulla licenza di esportazione di armi.
I deputati affermano di essere “sconvolti per la quantita’ di armi e munizioni di fabbricazione europea trovate nelle mani di Da’esh in Siria e in Iraq”. Secondo la posizione comune dell’Ue, gli Stati membri devono garantire che le licenze di esportazione non siano dirottate verso utenti finali indesiderati. Tuttavia, alcuni Stati membri dell’Ue, come la Bulgaria e la Romania, non applicano efficacemente questa disposizione.
Per evitare il rischio che le armi finiscano nelle mani sbagliate, i deputati chiedono a tutti gli Stati membri di “rifiutare in futuro trasferimenti simili, in particolare verso gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita”. La relatrice Sabine Losing (Gue/Ngl) ha dichiarato: “Le esportazioni di armi non stabilizzano i Paesi o le regioni straniere, ne’ contribuiscono a creare la pace. Le armi amplificano i conflitti. Le armi europee sono fondamentalmente responsabili della guerra in corso nello Yemen. La posizione comune sulle esportazioni di armi deve essere attuata efficacemente. Cio’ include, tra l’altro, un meccanismo di sanzioni”.