Appello per una grande manifestazione nazionale per i diritti e per l’ambiente in occasione della COP24
Un appuntamento per il popolo dei tanti SÌ: all’ambiente, alla solidarietà, alla pace, alla cultura, alla giustizia, all’uguaglianza, ai beni comuni, alla bellezza, all’autodeterminazione, al diritto di aver diritti.
E’ il momento di dire SÌ, assieme.
– perché abbiamo compreso, tutti, la gravità del momento attuale.
. perché conosciamo il valore dei nostri sogni.
– perché solo uniti così potremo raggiungere quanto sogniamo.
SÌ alla convergenza in una grande manifestazione nazionale per i diritti e per l’ambiente.
SÌ, ABBIAMO COMPRESO LA GRAVITÀ DEL MOMENTO
Nel Mediterraneo sappiamo che in ballo c’è il controllo delle ricchezze petrolifere in Libia, in Egitto ed in Algeria. Sappiamo che in ballo ci sono i miliardi della ricostruzione di una guerra a lungo cercata ed imposta, oggi diventata ingovernabile. Sappiamo che in ballo c’è lo scontro tra grandi potenze e multinazionali per il controllo e per la penetrazione nell’africa subsahariana, per stringere un patto d’azione con la Cina, che sta man mano conquistando l’Africa.
Si tratta di una guerra geopolitica, che somma alle coordinate Nord/Sud gli scenari di pressioni ed interessi Est/Ovest, che condiziona integralmente la politica energetica italiana. Per sganciarsi dalla Russia è necessario diversificare le fonti ed operare un’inversione dei flussi, secondo cui oggi il gas importato a Sud è destinato al Centro Europa.
Alla soglia degli anni’20 del 2000, le dinamiche dell’arricchimento di pochi a scapito della stragrande maggioranza dell’umanità; il nucleo fondante delle motivazioni fattuali degli attuali scenari bellici, restano ancora legati al controllo speculativo delle fonti energetiche e ad un modello estrattivista.
Emblematico dello stato di stallo e di incertezza di questa assurda “fortezza Europa” è il fatto che la Cop24 si terrà in Polonia, in un distretto dove si estrae carbone. Lì (come in molti altri posti …) isindacati polacchi fanno fatica ad accettare l’idea della necessità di abbandonare il carbone entro il 2030, poiché i lavoratori polacchi del settore sono tantissimi.
COSA FARE?
Nostro compito è valorizzare autonomia e capacità organizzativa dei movimenti reali, cercando di essere all’altezza della situazione.
Oltre la parzialità e la frammentarietà delle rivendicazioni locali, dobbiamo saper restituire a tutto tondo la complessità e l’interrelazione delle problematiche energetiche e dei beni comuni a partire dalle Regioni dove sono dislocati i vecchi siti nucleari, gli impianti estrattivi e di stoccaggio oil & gas, i centri di trattamento e stoccaggio dei rifiuti, gli inceneritori, partendo da dove le attività impattanti hanno creato maggiore conflitto a difesa dell’acqua pubblica bene comune.
LE QUESTIONI APERTE
Nella nuova SEN l’idea dell’Italia hub del gas è contraddittoria rispetto al considerare il gas “risorsa di transizione”.
La gestione della scorie radioattive continuerà all’insegna del provvisorio malfatto che rischia di diventare permanente.
Si lascia mano libera alle trivelle selvagge con il NUOVO DISCIPLINARE TIPO.
Un punto strategico è ribadire che il problema della salute è centrale e non subordinato al diritto al lavoro. Non basta quindi aver difeso la Costituzione con il Referendum del 4 Dicembre 2016, serve esigerne l’applicazione!
Sull’acqua dobbiamo ribadire l’esigenza della ripubblicizzazione.
Sulla scuola pubblica bisogna opporsi alle pratiche assurde e distruttive dell’alternanza Scuola/Lavoro ed anche alla logica ed alla pratica dell’ossessione valutativa imposta dall’invalsi.
SÌ, ABBIAMO MOLTI SOGNI E TUTTI BISOGNO DI UN ORIZZONTE COMUNE
Sogniamo, desideriamo, sconfiggiamo l’individualismo ed apriamoci a cose grandi; ad esempio, ad un’Italia, un’Europa e ad un Mondo a emissioni zero e a zero veleni; ad un modello energetico decentrato e democratico; ad un sistema che non riduca la vita a solo lavoro; ad un rapporto tra produzione e consumo che tenda al “Km 0”; ad un modello agricolo ed alimentare sostenibile; ad uno stop definitivo al consumo di suolo ed alla realizzazione di mega-infrastrutture e di grandi opere inutili; ad un sistema a Rifiuti Zero e con acqua e servizi essenziali finalmente pubblici; al prevalere della tutela del diritto alla salute sopra ogni altro interesse nazionale o strategico che dir
si voglia; ad un sistema educativo e formativo fondato sul diritto alla conoscenza; ad un “sistema Mondo” che tuteli e valorizzi le minoranze, che non ponga limite alcuno al diritto di uomini e donne di muoversi liberamente, in cui cessino i conflitti armati, le violenze, e le donne e gli uomininsi riconoscano eguali.
SÌ, UNIAMOCI E FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE:
Pretendere che tutto questo è nostro diritto!
Battersi e far emergere la consapevolezza che questo potrà avvenire unicamente attraverso una radicale e profonda riconversione morale ed ecologica del sistema è nostro preciso dovere!
Di tanti No possiamo fare un grande Sì!
Alla gravità delle minacce che incombono è possibile rispondere in un modo soltanto: unendo mondi, culture e sensibilità diverse in un’unica grande coalizione, ecologica e sociale, che chieda a gran voce e sia in grado di ottenere, dispiegando un’azione di lungo periodo e con una “Carta” fortemente condivisa, una nuova politica nazionale e transnazionale per il clima e per l’energia, senza cui sarebbe impensabile ed impraticabile qualsiasi forma di contrasto alla violenza, allo sfruttamento e all’oppressione.
Tra il 3 ed il 14 dicembre 2018 si terrà in Polonia, a Katowice, la COP 24. In quell’occasione i
Potenti della Terra tenteranno di raggiungere un accordo per dare attuazione agli Accordi di
Parigi sul Clima.
Nei giorni che precederanno ed in cui si terrà la COP 24 gioco forza i mezzi di informazione, anche quelli generalisti e di massa, si confronteranno con questi temi. Di questa breve ma intensa “finestra” temporale potremmo giovarci per lanciare e far passare i nostri messaggi e le nostre
istanze.