Oggi è la Giornata Internazionale della Nonviolenza.
Personalmente sono di quelli, da tempo, che dicono che le Giornate di… è bene farle ricordandosi che le cose buone si ricordano e si praticano tutti i giorni.
Sono anche di quelli che si definiscono nonviolenti e che con questa definizione non vogliono attribuirsi alcuna qualità particolare ma solo un’intenzione: quella di camminare verso la nonviolenza, verso quell’utopia che sta lì all’orizzonte, come ricordava Galeano, affinché il cammino verso di essa ci migliori e migliori la società, ogni giorno. La nonviolenza è in cammino, la nonviolenza è il cammino.
La nonviolenza non sta al centro del dibattito pubblico; al centro del dibattito, qua in Italia, sta l’illusione che con gente più armata ci sia più sicurezza; sta l’illusione che alzando barriere ci si possa liberare del grido dei poveri del mondo che reclamano giustizia; più in profondo, credo dappertutto, sta l’illusione che più controllo, più regole serviranno a ordinare la società. L’illusione profonda che la violenza, in tutte le sue forme, possa risolvere i problemi.
Io credo che il caos che questo mondo in caduta libera sta generando si possa fermare solo con la forza della nonviolenza, che è la forza della gentilezza, dell’amore, della compassione, della Regola d’Oro: tratta gli altri come vuoi essere trattato. E che è anche la forza dell’intelligenza collettiva umana, capace di trovare nuove soluzioni, di scegliere nuovi cammini.
Queste nuove soluzioni che propone la nonviolenza sono basate su precise qualità: sono di tutti e per tutti, sono reciproche, sono solidali, sono frutto di convergenza e dialogo, sono basate sul rifiuto categorico di ogni forma di violenza: fisica, razziale, economica, di genere o preferenza sessuale, psicologica.
Ma la nonviolenza ci chiama anche all’impegno personale e sociale, ci ricorda di praticare e condividere la nonviolenza con altri, di organizzarsi con altri per cambiare il corso sfortunato che questo mondo ha preso.
A questo proposito suonano di grande attualità le parole di Silo a Punta de Vacas, nel maggio del 2004:
Siamo alla fine di un oscuro periodo storico e ormai nulla sarà come prima. Poco a poco comincerà a scorgersi il chiarore dell’alba di un nuovo giorno; le culture cominceranno a capirsi, i popoli sperimenteranno un’ansia crescente di progresso per tutti comprendendo che il progresso di pochi finisce per essere il progresso di nessuno. Sì, ci sarà pace e per necessità si comprenderà che comincia a profilarsi una nazione umana universale.
Nel frattempo, noi che non siamo ascoltati lavoreremo a partire da oggi in ogni parte del mondo per fare pressione su coloro che decidono, per diffondere gli ideali di pace in base alla metodologia della nonviolenza, per preparare il cammino dei nuovi tempi.
Buona Giornata Internazionale della Nonviolenza !!