Il prossimo 23 novembre è il #BuyNothingDay. O, se si preferisce, il “black friday”, il giorno della corsa sfrenata dall’acquisto.

Le grandi catene commerciali, infatti, sono solite offrire in questa occasione notevoli ed eccezionali promozioni al fine di incrementare le proprie vendite. Si tratta di un giorno particolarmente importante sotto l’aspetto commerciale poiché costituisce un valido indicatore sia sulla predisposizione agli acquisti sia, indirettamente, sulla capacità di spesa dei consumatori.

Al contrario, alcune associazioni, sensibili ai principi del consumo responsabile e critico, propongono in questa giornata degli spunti di riflessione.

Ecco che, quindi, da oltre 20 anni, è nata la “giornata del non acquisto”, in inglese #BuyNothingDay.

#BuyNothingDay: sai resistere 24 ore all’impulso di acquistare?

L’idea è quella di passare un giorno intero senza acquistare nulla, dimostrando così di non essere del tutto schiavi del consumismo. È una giornata per riflettere sulle abitudini di consumo e sulla possibilità di fare acquisti in maniera più ragionata sviluppando una maggiore coscienza critica.

#BuyNothingDay è, quindi, il giorno in cui sfidi te stesso, la tua famiglia e i tuoi amici a staccare la spina dalla spesa.

Le regole sono semplici: invece di fare acquisti, prendere parte a una moratoria di 24 ore sul consumo; sia come solo esperimento personale sia anche con una dichiarazione pubblica #BuyNothingDay: riesci a resistere all’impulso di acquistare? Oppure il “Black Friday” ti spinge a comprare cose che probabilmente non ti servono?

Il “giorno senza acquisto” è qualcosa come un giorno di sciopero dei consumatori, un’operazione di boicottaggio non contro un prodotto in sé o un’azienda in particolare, ma contro la società dei consumi in generale. Mira a lanciare una riflessione sulla popolazione che incoraggi a cambiare le abitudini di consumo. Questo sistema ha prodotto una perdita di senso comune e collettivo a favore dell’individualismo.

Ovviamente, #BuyNothingDay non significa cambiare il tuo stile di vita per un solo giorno: da questa esperienza, è possibile partire per abbracciare il consumo responsabile e critico anche per dopo!

«Il consumismo è una droga e come tale va trattata, tossica e nociva che annebbia la mente e indebolisce il corpo. Meno consumo, meno bisogno di soldi, meno bisogno di soldi e meno bisogno di lavoro, meno bisogno di lavoro e più tempo per le relazioni, più ricchezza umana e spirituale. In altre parole meno consumo e più vita», spiegava Paolo Ermani su Pressenza, quattro anni fa. Come dargli torto?

Proposte di attività per il #BuyNothingDay

Il #BuyNothingDay è uno spazio di resistenza e costruzione in cui possono essere sviluppate varie attività culturali che ci aiutano a riflettere:

  • sulle persone che lavorano ciò che consumiamo, spesso in paesi lontani, e in condizioni di sfruttamento;
  • sulle danni alla vita delle piccole imprese, che non possono competere con con la grande distribuzione, e chiudono sempre più spesso con danni al tessuto sociale e economico del territorio;
  • sugli effetti sul nostro pianeta, sul riscaldamento globale, della produzione, del trasporto, dello smaltimento di quel prodotto;
  • sugli allevamenti del bestiame in cui gli animali vengono trattati come pezzi inanimati in una catena di montaggio;
  • sugli effetti sulla nostra salute per l’uso intensivo, in agricoltura, di pesticidi e fertilizzanti chimici che avvelenano i campi e l’acqua e lasciano residui negli alimenti;
  • sugli additivi chimici contenuti negli alimenti industriali, e in quelli dei fast food, utili per l’industria, ma che possono essere pericolosi per la nostra salute.

Esiste una petizione “online” con la quale si chiede al Governo italiano di intervenire per ridurre drasticamente le aperture domenicali nel settore commerciale. Puoi firmarla su Change.org.