«“Tap si deve fare, bloccare l’opera comporterebbe costi insostenibili“. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte. Cade così un’altra promessa elettorale dei Cinque Stelle che prima delle elezioni avevano assicurato al Salento che avrebbero bloccato il gasdotto che porterà in Italia il gas dall’Azerbaigian. Alessandro Di Battista si spinse oltre promettendo: “Lo facciamo in due settimane”».
É questa la “notizia” del giorno. I NO TAP sarebbero stati ingannati dal Movimento Cinque Stelle.
Un pugno di visionari, trent’anni fa, il 4 marzo del 1999, consegnava alla Camera dei Deputati una proposta per una “legge di responsabilità politica”.
Tra l’altro, l’iniziativa si proponeva la finalità di «creare un rapporto tra elettore ed eletto che non si esaurisca nel momento elettorale».
La proposta si basava essenzialmente su due pilastri.
Il primo stabiliva che «ogni candidato […] deve consegnare il proprio programma elettorale che può essere quello del suo gruppo politico». Tale programma, in particolare, doveva prevedere la «elencazione degli obiettivi, relativi impegni di azione e di opposizione, tempi di realizzazione, risultati attesi». Non secondariamente era previsto che «i programmi depositati sono, altresì, inseriti nella rete INTERNET, in una pagina WEB appositamente creata».
Il secondo pilastro della proposta prevedeva, semestralmente, che l’eletto redigesse e consegnasse all’Ufficio Elettorale «una relazione sul suo operato», contenente, tra l’altro, un «resoconto per ognuno dei punti del programma delle attività svolte, degli obiettivi raggiunti, degli impedimenti incontrati, delle iniziative in corso». Anche tale relazione andava pubblicata sulla rete INTERNET.
Quindi, secondo l’art. 6 della proposta, «entro un mese dalla distribuzione delle relazioni semestrali ha luogo una votazione di verifica della fiducia accordata al candidato». Infine, l’art. 7 prevedeva che «la fiducia si intende accordata con un numero di SI pari al 50 per cento più 1 dei voti validi» e che, invece, «dopo la seconda verifica negativa, sono convocate, entro e non oltre centoventi giorni dalla data della verifica, nuove elezioni per la sostituzione dell’eletto sottoposto a verifica».
Naturalmente (!), quella proposta di legge d’iniziativa popolare non è mai stata discussa dal Parlamento, né, tanto meno, approvata.
I cittadini sono sempre più distaccati dalla politica, l’astensionismo elettorale cresce di pari passi alla sfiducia. L’elettore abbandona i partiti tradizionali verso le ali estreme solo perché urlano il suo stesso malcontento contro l’establishment.
Salvo poi a trovarsi deluso anche da queste ali estreme.
É anche vero, tuttavia, che un principio di quella proposta di legge è stato applicato proprio a partire dalle scorse elezioni politiche, dopo 30 anni. I programmi dei vari partiti/candidati presidente del consiglio sono integralmente ancora pubblicati sulla rete INTERNET del Ministero dell’Interno.
Di abolizione del progetto TAP, nel programma presentato dal Movimento Cinque Stelle e firmato da Luigi Di Maio, neanche l’ombra.
Come dicevano i latini? “verba volant, scripta manent”. I sostenitori del Comitato NO TAP e che, a leggere la stampa nazionale, hanno votato proprio il Movimento Cinque Stelle in risposta alla promessa verbale dell’imbonitore Alessandro Di Battista, avrebbero fatto meglio a pretendere, prima del voto, che la promessa fosse riportata nel programma politico ufficiale.
Di seguito il link per chi fosse interessato ad approfondire il testo della proposta per una “legge di responsabilità politica”.
Se, invece, volete approfondire la vicenda NO TAP, Pressenza lo scorso hanno ha pubblicato “Perché No Tap né qui né altrove“.