L’appuntamento è per giovedì 11 ottobre, alle ore 18:30, presso la Casa delle Culture, in via Wiligelmo 80.
L’evento “I protagonisti della nonviolenza attiva in Colombia” è organizzato dal Movimento Nonviolento di Modena, Operazione Colomba (Apg23) e Associazione Tefa Colombia Cooperazione Internazionale.
Protagonisti dell’appuntamento sono i colombiani Roviro Lopez Rivera e Levis Johanis Florez Ramos. Alla serata interverranno anche i volontari di Operazione Colomba, il Corpo nonviolento di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, presente in Colombia dal 2009 per garantire protezione e accompagnamento alle persone vittime del conflitto.
«Cos’è la speranza? La speranza è quando non odiamo l’assassino, quando costruiamo una comunità» affermano con forza i due giovani, richiamando la scelta nonviolenta che sta alla base della Comunità di Pace di San Josè de Apartadò. «Lottiamo per un mondo nuovo – continua Roviro – per un mondo diverso e per lasciare ai nostri figli almeno la storia di quello che abbiamo voluto essere».
L’incontro di Giovedì 11 ottobre rappresenta l’opportunità di testimoniare anche qui, nel territorio modenese, la resistenza nonviolenta di una Comunità che nonostante le continue minacce da parte dei gruppi neo-paramilitari, nonostante la stigmatizzazione e l’isolamento, ancora oggi ha il coraggio di parlare di speranza. I due leader sono in Italia per presentare la barretta di cioccolato ChocoPaz, realizzata interamente con il cacao biologico prodotto dalla Comunità stessa.
La Comunità di Pace di San José de Apartadò
La Comunità è una delle Comunità di pace presenti in Colombia; nasce nel 1997 nella regione dell’Urabà, dipartimento di Antioquia, come processo di resistenza nonviolenta alla guerra e di neutralità nei confronti dei vari attori armati che si contendono il territorio. I membri della Comunità si impegnano a non partecipare alla guerra, direttamente o indirettamente; a non portare armi; a non dare informazioni a nessun gruppo armato; a denunciare pubblicamente le violazioni dei diritti umani commesse da qualsiasi gruppo armato; a partecipare al lavoro comunitario; a non reagire alla violenza con la violenza; non accettare risarcimenti in denaro dallo Stato per le vittime senza che prima siano fatte verità e giustizia. In questo cammino la Comunità ha sviluppato dei progetti per favorire l’auto-sostentamento, la sussistenza e sicurezza alimentare, il rispetto per l’ambiente e il commercio equo e solidale. Ha un consiglio direttivo formato da otto membri eletto ogni 2 anni. La resistenza civile nonviolenta ha reso la Comunità conosciuta non solo in Colombia, ma in tutto il mondo, soprattutto perché ha messo al centro della sua vita quotidiana la popolazione civile non combattente.