A seguito delle ripetute notizie secondo le quali il giornalista saudita Jamal Khashoggi è stato assassinato a Istanbul all’interno del consolato del suo paese, la direttrice delle ricerche sul Medio Oriente di Amnesty International Lynn Maalouf ha dichiarato:
“Le notizie dell’arrivo dall’Arabia Saudita di un apposito team per eseguire un ‘omicidio pianificato’ nel consolato saudita di Istanbul sono motivo di estremo allarme, dato che Khashoggi è scomparso da quando, il 2 ottobre, è entrato all’interno di quell’edificio”.
“Se ciò fosse vero, ci troveremmo di fronte a un fatto senza precedenti. Un assassinio all’interno del consolato, che è territorio sotto la giurisdizione dell’Arabia Saudita, costituirebbe un’esecuzione extragiudiziale e seminerebbe il panico tra i difensori dei diritti umani e i dissidenti sauditi ovunque nel mondo, rendendo privo di significato il concetto della ricerca di protezione all’estero”.
“Le autorità saudite usano regolarmente leggi drastiche per reprimere il dissenso all’ìnterno del paese e in passato hanno anche arrestato dissidenti all’estero. Ma la sparizione forzata, e ora il sospetto assassinio, di un loro connazionale che aveva cercato asilo all’estero dovrebbe far suonare un campanello d’allarme. Evidentemente le autorità saudite sono disposte persino a saltare le loro profondamente carenti procedure giudiziarie pur di punire chi osa criticarle in modo pacifico”.
“La comunità internazionale deve cessare di essere così silente nei confronti della repressione della libertà d’espressione in Arabia Saudita e pretendere immediate spiegazioni dalle autorità saudite su cosa è accaduto a Jamal Khashoggi. Se le notizie risulteranno vere, dovrà essere avviata subito un’indagine indipendente e i responsabili, a prescindere dal loro rango, dovranno essere portati di fronte alla giustizia”.
“Le autorità turche devono rendere urgentemente note tutte le conclusioni delle loro indagini per fornire chiarimenti alla famiglia di Jamal Khashoggi e contribuire alla ricerca della giustizia”.