Da quando si è formato il governo Lega-M5s c’è un mistero: dove sono finiti quelli che, all’interno del più famoso movimento d’Europa, si dichiaravano persone di sinistra? Il Movimento 5 Stelle, per non tornare a elezioni, ha accettato di governare quasi alla pari con la Lega, dato che era disponibile a parlare con tutti. La Lega, col suo 17%, contro il 30% di voti del M5s, ha avuto quasi la metà dei ministri, a chiara dimostrazione di quanto la matematica non sia una delle discipline più amate in Italia. Certo, la decisione è stata approvata dai membri del movimento che hanno votato all’interno della fantomatica Piattaforma Rousseau in forma diretta. E così il movimento più ideologicamente diluito che si sia mai visto, ha permesso a una forza chiaramente minoritaria di cavalcare le scene del grande spettacolo della politica nazionale e di prendere decisioni nettamente di destra. Non ci si poteva aspettare niente di diverso, credo. Ma la domanda è la stessa: dove sono finiti quegli irriducibili di sinistra che dicevano di stare nel movimento perchè, in realtà, secondo loro, era l’unica forza in Italia, capace di contenere la destra? E infatti vediamo che il contenimento ha funzionato, ma al contrario.
Pensa e ripensa mi sono data una risposta.
I sedicenti di sinistra si sono persi nella Piattaforma Rousseau. E sono così tanto coinvolti nelle discussioni dei meet-up e del parlamento interno, che non si accorgono più che il Parlamento, quello vero, quello fuori dalla Piattaforma Rousseau, ha iniziato a emanare norme e, in primis, quelle più mostruosamente di destra. Beh, certo, nel movimento ci sono anche quelli che hanno una sensibilità di destra, (quelli che dovevano essere contenuti!) per quanto siano categorie assolutamente superate, a loro dire. Quelli adesso gioiscono quando vengono respinti i barconi e agli sgomberi dei centri sociali. Intanto quegli altri che si definivano di sinistra giocano all’Online Democratic Supergame che, nel loro immaginario, rappresenta la forma più evoluta per la Democrazia Diretta del futuro, quella che puoi far funzionare comodamente seduto nel salotto di casa tua. E si sentono in Parlamento. E sentono che loro stanno decidendo qualcosa di storico, un esperimento storico che darà ispirazione alle forme democratiche del futuro. Si sentono i pionieri della democrazia diretta, quelli che hanno dato vita davvero a un progetto accarezzato da decenni con l’immaginazione e nelle battaglie politiche. E allora, anche quando perdono la battaglia interna, sentono che la Santa Democrazia ha vinto e va rispettato il suo Santo volere. E questo è un concetto che si potrebbe anche giustificare, a mio avviso, se stessimo parlando della politica di un paese (comunque si può sempre espatriare), si capisce un po’ di meno se si tratta di un partito o movimento che sia. Cioè, se io sono di sinistra e il mio partito diventa di destra o, comunque, avvalla politiche pesantemente di destra, non ho alcuna ragione logica di restarvi. Anche se la direzione politica è stata voluta dal 50% più uno dei membri del partito. E se ho fatto una battaglia interna per cambiare la direzione del partito e ho fallito, ho fallito. Punto e basta. Mi conviene uscirne, altrimenti alla fine, giustificando questo e quello, finirò per diventare di destra anche io. Non so se rendo l’idea. Tanto ho lottato col drago che mi trasformo in drago.
E questo è un racconto che la sinistra italiana conosce fin troppo bene.
Allora, forse, quelli di sinistra che sopravvivono all’interno del movimento, tra una discussione e una votazione, stanno solo aspettando che sullo schermo del computer, da cui hanno appena concluso una videochat certamente risolutiva per i problemi del paese, appaiano in caratteri cubitali le parole GAME OVER.