“La vita umana non è più al centro delle politiche dei governi, che si tratti di Macron, Orban o Salvini. Si strumentalizzano per fini di propaganda. E ricordo che ora siamo in crisi per 58 persone”. Così Claudia Lodesani, presidente di Medici senza frontiere (Msf), in conferenza stampa il 27 settembre a Roma.
Occasione dell’incontro, l’ultimo braccio di ferro tra Aquarius II e le autorità italiane che hanno detto “no” allo sbarco di 58 migranti soccorsi nel Mediterraneo nei salvataggi del 20 e del 23 settembre.
“Il soccorso è governato da leggi internazionali, ma si sono eliminate le regole per gestire gli sbarchi caso per caso” denuncia Lodesani. “Si sta creando una crisi umanitaria alle porte dell’Europa e nessuno vuole risolverla. Noi continueremo a esserci nel Mediterraneo, con Sos Mediterranee e chiediamo agli Stati europei di rimettere al centro la vita delle persone. Dateci una bandiera”.
Continua Lodesani: “Siamo stanchi di questa campagna di menzogne sul nostro lavoro. Ci accusano di essere vice-scafisti, di alimentare il business criminale. Ma la responsabilità è di politiche europee confuse, che non danno risposta a un problema esistente e che continuerà. Le persone continuano a morire in mare. Sembra che accada meno, ma perché ci sono meno testimoni in mare: siamo l’ultima nave rimasta. I grossi naufragi aumentano: almeno dieci con 50 persone. Prima la media era un morto su 42, ora uno su 18. In totale 1.260 vittime da gennaio”.