Il presidente Emmanuel Macron ha deciso di chiudere una delle pagine piu’ nere della storia francese recente: quella sulla morte di Maurice Audin, il matematico di 25 anni torturato dall’esercito francese durante la guerra d’indipendenza algerina del 1954-1962. “Il Presidente della Repubblica ha deciso che fosse giunto il momento di compiere un lavoro sulla verita’”, si legge in una nota dell’Eliseo diffusa dai media francesi. “Il presidente Macron, a nome della Repubblica francese, riconosce che Maurice Audin e’ stato torturato e poi giustiziato, oppure torturato a morte dai soldati che lo avevano arrestato a casa sua”. Audin era un militante comunista, favorevole all’indipendenza dell’Algeria.
L’11 giugno 1957 venne prelevato da casa sua, ad Algeri, e condotto in carcere poiche’ sospettato di ospitare membri della cellula comunista algerina che si batteva per l’indipendenza. Di lui non si seppe piu’ nulla per decenni: la moglie del matematico, Josette Audin, oggi 87enne, non ha mai creduto alla versione ufficiale secondo cui il marito fosse evaso dal carcere e quindi scomparso per motivi estranei alle autorita’. Dopo ripetute richieste di verita’ da parte dei familiari, nel 2014 l’ex-presidente Fracois Holland ha deciso di annunciare che Audin non era evaso bensi’ era morto in carcere. Il presidente Macron pero’ ha deciso di spingersi oltre, ammettendo le “torture” commesse dai militari durante la guerra nella ex-colonia. Quindi ha annunciato l’apertura degli archivi sulle questioni relative a tutte le persone scomparse in quel conflitto: civili, militari, francesi o algerini.