Sembra esserci una grossa novità da aggiungere al mio recente articolo sulla cyberwar[1] e non sembra rassicurante: il succo della notizia è che Trump ha promosso una “New Cyber Strategy”[2] che consente agli Stati Uniti di passare all’offensiva nel cyberspace, lo spazio virtuale. Chi diceva che la migliore difesa è l’attacco? Senonché gli esperti mettono in guardia che la nuova strategia rischia di esporre gli Stati Uniti a contraccolpi e di trasformare internet in un Far West di operazioni di attacchi informatici illeciti[3] (hacking operations).
Personalmente sono un completo incompetente in questo campo, ma mi chiedo se occorre essere “esperto” per adombrare un tale rischio. Insomma, Trump si conferma una volta di più un guerrafondaio, in questo caso un cyberguerrafondaio!
La Nuova Strategia ha origine presumibilmente dalle interferenze degli hacker russi nelle elezioni del 2016 (su cui peraltro è noto lo scetticismo di Trump).
La retorica della Nuova Strategia Informatica è tutt’altro che nuova: “Dobbiamo proteggere il popolo americano, la sicurezza nazionale, e il nostro grande stile di vita (way of life) americano”[4]. Sarebbe ovviamente pleonastico chiedere cosa ne è della metà dei cittadini statunitensi che subiscono invece l’american way of poverty, degli afroamericani che vengono normalmente trucidati dalla polizia senza bisogno di aspettare hacking operations.
Il “Terzo pilastro” della Nuova Strategia è inconfondibile: “Preservare la Pace mediante la forza”: insomma, imponiamo i nostri interessi, la ben nota Pax Americana!
L’ineffabile Consigliere alla (In)Sicurezza Nazionale, John Bolton, descrive la Nuova Strategia come parte di uno sforzo per “creare potenti strutture di deterrenza che persuadano gli avversari a non attaccare per primi”. Per chi ricorda la strategia militare della forward defence (difesa in avanti) ai tempi della Guerra Fredda (con la quale si giustificava lo schieramento di truppe USA in Europa o Corea del Sud … che però ci sono ancora!), si tratterebbe di difendere i sistemi informatici statunitensi distruggendo le attività informatiche malevole alla loro fonte.
Nel mio precedente articolo ho già commentato a sufficienza come attacchi informatici possono causare danni collaterali imprevisti ben al di là del bersaglio designato.
[1] A. Baracca, Cyberwar, la nuova frontiera della guerra, sempre più subdola e incontrollabile!, Pressenza, 19 settembre 2018, https://www.pressenza.com/it/2018/09/cyberwar-la-nuova-frontiera-della-guerra-sempre-piu-subdola-e-incontrollabile/.
[2] National Cyber Strategy of the United States of America, Settembre 2018, https://www.whitehouse.gov/wp-content/uploads/2018/09/National-Cyber-Strategy.pdf.
[3] Elias Groll, Trump Has a New Weapon to Cause ‘the Cyber’ Mayhem, Foreign Policy, 21 settembre 2018, https://foreignpolicy.com/2018/09/21/trump-has-a-new-weapon-to-cause-the-cyber-mayhem/. I Mayhem sono un gruppo black metal norvegese, formato nel 1984 dal chitarrista Euronymous. Sono considerati il gruppo più rappresentativo del black metal: I Mayhem sono anche noti nel panorama metal per la loro storia controversa, comprendente episodi di suicidio e omicidio, spettacoli dal vivo controversi e vandalismi contro luoghi cristiani (da Wikipedia, https://it.wikipedia.org/wiki/Mayhem ).
[4] “We must protect the American people, the homeland, and our great American way of life”, 20 settembre 2018, https://www.whitehouse.gov/briefings-statements/president-donald-j-trump-is-strengthening-americas-cybersecurity/.