Il 28 settembre 2018, nella Giornata internazionale per l’aborto libero e sicuro, la Rete Nazionale Molto+di194 ha tenuto alla Camera dei Deputati la conferenza “Non tornare indietro: molto più di 194!” per richiamare l’attenzione sull’attuale realtà in Italia, dove la prevenzione dell’aborto attraverso la contraccezione non è oggetto di politica nazionale, né lo è la rimozione degli ostacoli all’aborto sicuro. Le Regioni cominciano ad attivarsi, come dimostrano i casi recenti di Emilia Romagna, Piemonte e Toscana, ma senza una regia nazionale.
Assordante il silenzio del governo su questa materia, che dovrebbe riguardare l’ordinaria amministrazione della salute pubblica e non interventi straordinari implicati in “programmi di governo”. Sono infatti le leggi esistenti a prescrivere l’accesso alla contraccezione, a promuovere la salute sessuale anche attraverso i consultori e a garantire alle donne la possibilità di abortire con il metodo più sicuro per la loro salute e sulla base della propria scelta.
Nessun riscontro è arrivato dal Ministero della Salute in merito alle oltre 63.000 firme raccolte dal Comitato per la Contraccezione Gratuita e Responsabile tra dicembre e febbraio scorsi. Non un cenno di risposta alla richiesta di interlocuzione formulata dalla Rete Nazionale Molto+di194 con la conferenza di oggi, che interpellava la Ministra sulla possibilità di deospedalizzare l’aborto farmacologico e di estendere il limite del ricorso a 63 giorni, come prescrive l’Agenzia Europea del Farmaco e come, paradossalmente, è indicato nel bugiardino del farmaco pubblicato proprio sul sito dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Il limite di 49 giorni fissato dalle linee guida nazionali costituisce un vero e proprio muro per le donne che preferirebbero questo metodo e per gli operatori che vorrebbero poter adeguare la prassi ospedaliera ai protocolli più aggiornati.
Si stanno muovendo le Regioni e la conferenza di oggi ne dà notizia.
Dice Elena Castelli, funzionaria del Servizio Assistenza Territoriale della Direzione Generale Cura della persona, salute e welfare della Regione Emilia-Romagna: “Noi siamo partiti quest’anno con la contraccezione gratuita per i giovani fino a 26 anni e donne da 26 a 45 anni con difficoltà economica nel post parto o nel post IVG, per tutelare la salute sessuale e riproduttiva e anche la loro fertilità. L’intervento è economicamente sostenibile: la spesa è inferiore a quella che avevamo preventivato anche se un quadro definitivo potremo averlo nel prossimo anno.”
In Toscana un tavolo regionale composto da consigliere e consiglieri, rappresentanti di associazioni, legali, rappresentanti delle ASL e la presidente della Commissione Pari Opportunità ha elaborato un documento che ha in oggetto la contraccezione gratuita per tutti e tutte e la deospedalizzazione dell’aborto farmacologico. La Regione Toscana è stata la prima a formalizzare linee guida che prevedono l’aborto farmacologico in day hospital e ora si chiede che, come previsto dalla legge, lo si possa effettuare in ambulatori convenzionati e consultori attrezzati. Il documento verrà consegnato in questo giorni alla Giunta, con l’auspicio che venga preso in seria considerazione e venga predisposta la delibera attuativa.
Anche in Lombardia ci si attiva per togliere l’obbligo di ricovero ospedaliero di tre giorni per l’aborto farmacologico. Lo annuncia Paola Bocci, consigliera regionale PD, che ha ottenuto dall’Assessore al Welfare Giulio Gallera un pubblico impegno in questo senso.
L’invito a ragionare insieme di educazione sessuale, riproduzione, contraccezione e aborto – temi vitali nella quotidianità di tutti e tutte – è stato raccolto alla da alcune parlamentari che fanno parte della XII Commissione Permanente Affari Sociali, intervenute alla conferenza.
L’Onorevole Giuditta Pini, PD, intende presentare una proposta di legge per assicurare la contraccezione gratuita ai giovani sotto i 24 anni e a partire dai 24 anni alle persone in condizioni di difficoltà economica.
L’Onorevole Elena Carnevali, PD, propone una interrogazione parlamentare per chiedere al Ministero della Salute di uniformare le linee guida nazionali sull’aborto farmacologico alle prescrizioni già presenti sul sito dell’Aifa nel foglio illustrativo del mifepristone, e si impegna a proporre la gratuità dei mezzi contraccettivi nei Livelli Essenziali di Assistenza in corso di aggiornamento.
L’Onorevole Gilda Sportiello, M5S, auspica la gratuità della contraccezione ordinaria e il rafforzamento dei consultori che devono mantenere la loro laicità. Inoltre si sta adoperando perché i mezzi contraccettivi di emergenza vengano inseriti, nell’ambito della Farmacopea Ufficiale, nell’elenco dei farmaci da tenere obbligatoriamente in farmacia, così che le donne possano fare affidamento sulla loro disponibilità.
In una nota, Alessandro Capriccioli, capogruppo di “+Europa Radicali” al Consiglio Regionale del Lazio, dichiara: “Condividiamo le istanze della Rete Nazionale Molto+di194, sia nella richiesta di contraccezione gratuita in sostegno del diritto alla salute sessuale e riproduttiva di donne e uomini, sia in quella della facilitazione nell’accesso al metodo abortivo più adatto alla donna che ne fa richiesta. A questo proposito, stiamo preparando una proposta di legge regionale, nel Lazio come in Lombardia, che disciplini l’adeguata applicazione della legge sull’IVG. Perché la battaglia per i diritti delle donne è tutt’altro che conclusa, e va combattuta a tutti i livelli”.
La registrazione video dell’intera conferenza, a cura di Radio Radicale, è disponibile all’indirizzo
https://www.radioradicale.it/scheda/552768/non-tornare-indietro-molto-piu-di-194
Per maggiori informazioni visita il sito https://moltopiudi194.wordpress.com/