Il 27 settembre, alla prima riunione utile (l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite) Argentina, Antigua y Barbuda, Brasile, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Guyana, Messico, Panama, Perú, Santa Lucia e Uruguay hanno firmato l’Accordo di Escazú.
Adottato il 4 marzo a San José, la capitale della Costa Rica, da rappresentanti di 24 paesi dell’America Latina e dei Caraibi, l’accordo di Escazú rappresenta il primo trattato vincolante in materia di protezione del diritto a ricevere informazioni, partecipazione delle comunità e accesso alla giustizia su questioni ambientali. Contiene inoltre precise disposizioni a tutela dei difensori del diritto all’ambiente.
Perché l’accordo entri in vigore occorreranno almeno 11 ratifiche entro il 27 settembre 2020. Un obiettivo del tutto raggiungibile, anche molto prima di quella scadenza.
Ratificarlo e attuarlo significherebbe rafforzare la sicurezza e l’incolumità di chi si occupa di ambiente nella zona più pericolosa del mondo per i difensori dei diritti umani e garantire che tutte le voci siano ascoltate quando si tratterà di prendere decisioni su questioni ambientali.