È il quinto giorno nel porto di Catania per la Diciotti, nave della Guardia Costiera con a bordo 150 persone salvate nel Mediterraneo, al largo di Lampedusa. Sotto un sole già caldo si è radunato il primo presidio della giornata per chiedere lo sbarco dei 130 eritrei, 10 persone delle Isole Comore, sei bengalesi, due siriani, un egiziano ed un somalo.
Oggi pomeriggio alle 17 nel porto è in programma un grande presidio antirazzista di un cartello di associazioni regionali per chiedere la ‘liberazione’ di “persone stremate e in precarie condizioni di salute”. “È inaccettabile l’utilizzo di centinaia di vite umane come arma di ricatto – si legge nella nota – Catania è città di solidarietà e accoglienza e vogliamo che il nostro porto sia immediatamente aperto”.
Tra le associazioni che hanno firmato l’appello: Lila, Femministorie, I Siciliani giovani, Orione, Welcome to Europe, COPE, Restiamo Umani, Rete Antirazzista catanese, Cobas, Catania Bene Comune, Comitato No Muos-No Sigonella, la città felice, Ragna-tela, Sunia Catania, Emergency gruppo territoriale di Catania,Libera-Ct,Associazioni Nomi e numeri contro le mafie, Pax Christi-Ct, Mani Tese Sicilia, ANPI Catania, Anpi Sicilia, Amnesty International Sicilia, Collettivo Antigone-Augusta, UDI-Ct, ADS Idee a confronto, ADIF(Associazione DIritti e Frontiere)-Roma, Federazione del sociale USB-Ct, Borderline Sicilia, CittaInsieme, LasciateCIEntrare, USB-Unione Sindacale di Base, Rete Antirazzista Iblea, CarovaneMigranti, Comunità Resistente Piazzetta-Cpo Colapesce, Circolo Teresa Mattei, Link-Studenti indipendenti Catania, Centro Antiviolenza Thamaia, arci Sicilia, Gapa, Cambiamo Messina dal basso, Unione degli studenti Sicilia, Udi Catania, AGESCI zona etnea, Isola Quassùd, Stonewall Siracusa, coordinamento democrazia costituzionale-Ct, ANPI-Ct, Queers, Dire – Donne in rete contro la violenza
Luca Salici