Una comunità spontanea di persone che si scambiano informazioni sui temi legati alla sostenibilità e alla promozione di stili di vita basati sull’economia del dono, l’autoproduzione e la riduzione degli sprechi. È nato nel 2015 su WhatsApp il gruppo ALVISE, acronimo di ALpignano VIve Senza. Ecco la storia di come è nato e si è evoluto questo progetto nato da un’idea di Marco Conti, cittadino di Alpignano, in provincia di Torino.
Se usati con consapevolezza, Internet e i social media possono anche contribuire a ricreare comunità reali e far incontrare persone vicine ma che solitamente non si incontrano mai. È quanto dimostra il caso delle Social Street, nate a Bologna da un gruppo Facebook, o ancora la Storia che vi raccontiamo oggi, quella di ALVISE, acronimo di ALpignano VIve Senza. È questo il nome di un gruppo WhatsApp nato nel 2015 da un’idea di Marco Conti, cittadino di Alpignano in provincia di Torino, e che oggi conta circa 1400 iscritti, divisi in più gruppi.
Ma cosa succede al suo interno? “Per ‘senza’ qui si intende senza denaro, senza spreco e senza inquinamento – ci spiega Marco – l’idea di formare questo gruppo mi è venuta leggendo il libro‘L’uomo senza soldi’ dell’inglese Marc Boyle, e mi sono iniziato a domandare cosa potevo fare per poter agire concretamente nella mia comunità, per accrescere lo scambio, favorire l’incontro e limitare il più possibile l’utilizzo del denaro”.
È così che Marco crea un primo gruppo WhatsApp, all’inizio formato da trenta abitanti di Alpignano, al cui interno ci si scambia informazioni ed eventi legati soprattutto alla sostenibilità: “Il libro di Boyle è molto incentrato sul concetto dell’autoproduzione e del saper fare, dunque anche ALVISE è partito con questa ottica. All’interno del gruppo, inizialmente, proponevamo di trovarci tutti insieme per fare la pasta e il pane, e oltre ad alcuni membri del gruppo si univano agli eventi familiari ed amici.
Ci siamo così trovati ad allargare la nostra rete di amicizie anche oltre il gruppo, ritrovandoci per realizzare autoproduzioni di ogni tipo, guardare documentari, condividere pasti e viaggiare per visionare esperienze in linea con la visione della sostenibilità che avevamo in comune, che non fosse solo economica ma anche e soprattutto umana e legata allo scambio e all’aiuto reciproco, in linea con il racconto nel libro di Boyle”.
ALVISE ha avuto una svolta nel 2016, frutto di un viaggio estivo di Marco: “In spiaggia vidi un gruppo di persone che facevano yoga, e ho pensato che oltre al mondo dell’autoproduzione potevamo provare a proporre scambi per varie attività olistiche. Per testare, ho chiesto all’interno del gruppo se ci fosse qualcuno, con competenze, disposto a insegnare yoga gratuitamente a chi fosse interessato. Quasi immediatamente si sono proposte tre persone per insegnarlo e quaranta persone interessate. Da allora, all’interno di ALVISE, organizziamo frequentemente molti eventi gratuiti di natura olistica”.
ALVISE è formato per l’ottanta per cento da donne, l’età di riferimento è quella che va dai quaranta ai sessanta anni e la diffusione del gruppo comprende il territorio che va da Alpignano fino a Cuneo. Per evitare la proliferazione di messaggi non graditi nel gruppo, oppure non coerenti con gli obiettivi di ALVISE, il gruppo è moderato e i messaggi filtrati come una vera e propria bacheca.
“Quello che ho a cuore – ci spiega Marco – è vedere che ci sono persone che, grazie ad ALVISE, prima erano sole e oggi non lo sono più, o perlomeno sono riuscite a crearsi una rete sociale. Ma non siamo affatto un gruppo di sfortunati! Anzi, è bellissimo poter testare direttamente come le persone, ognuno di noi, abbia molto da offrire al prossimo e tante capacità da condividere, trasmettere e imparare. Mi auguro che il modello di ALVISE possa essere così replicato e diffondersi anche in altre città d’Italia”.
Paolo Cignini