Oggi, 7 luglio, a un anno dall’approvazione da parte dell’ONU del Trattato che mette al bando le armi nucleari, mentre i rappresentanti della campagna nazionale “Italia ripensaci 2.0” stavano consegnando le oltre 20000 cartoline raccolte, il coordinamento di cittadine/i, associazioni, enti e istituzioni locali contro l’atomica, tutte le guerre e i terrorismi ha tenuto una conferenza stampa in cui è stata illustrata la campagna e tutte le iniziative intraprese per convincere il governo italiano a ratificare il Trattato suddetto.
Ciò comporterebbe di liberare il territorio italiano dei 70 (circa) ordigni nucleari tuttora presenti.
Siamo coscienti che la nostra sicurezza non può basarsi sulle armi, men che meno su quelle atomiche.
Sappiamo anche che l’opinione pubblica ha oggi scarsa coscienza del pericolo costituito dall’esistenza stessa di tali armi. Per questo continueremo nel nostro impegno con future iniziative.
Abbiamo anche presentato una proposta di o.d.g. ai parlamentari piemontesi che avevano aderito alla campagna.
Coordinamento piemontesi di cittadini, associazioni, enti e istituzioni locali contro l’atomica, tutte le guerre e i terrorismi
Proposta ODG ai Parlamentari che hanno sottoscritto l’impegno a votare il “trattato per la messa al bando delle armi nucleari”
Considerato che:
la presenza negli arsenali e la diffusione di armi nucleari rappresenta ancora oggi una delle più grandi minacce alla pace e alla sicurezza internazionale;
l’Italia ha ratificato nel 1975 il Trattato di Non Proliferazione (TNP) che impone a tutti gli Stati parte di impegnarsi per realizzare il disarmo nucleare totale e globale; e aderisce al TNP in qualità di Stato non dotato di armamenti nucleari, essendosi impegnata a non costruirne né a procurarsene in alcun modo;
sebbene gli accordi sul disarmo nucleare concordati tra le grandi potenze abbiano portato nei decenni allo smantellamento di decine di migliaia di armi nucleari, negli ultimi anni le operazioni di eliminazione sono talmente rallentate che, 25 anni dopo la fine della Guerra Fredda, rimangono ancora negli arsenali quasi 15.000 armi nucleari;
un percorso denominato Iniziativa Umanitaria ha portato a una conferenza internazionale, aperta agli Stati membri delle Nazioni Unite, per negoziare un Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari, che è stato adottato con il voto positivo di 122 Stati, e un unico voto contrario, il 7 luglio 2017;
ad oggi risultano esistere circa 70 ordigni nucleari nelle basi di Ghedi ed Aviano.
Preso atto che:
il 20 settembre 2017 alle Nazioni Unite il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari si è aperto alla firma degli Stati, ed entrerà in vigore 90 giorni dopo la ratifica da parte di 50 Stati;
Ad oggi esso è stato firmato da 59 Stati e ratificato da 10;
Ritenendo che:
l’adesione al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari sia un’azione che contribuisce a promuovere il dialogo e la diplomazia, lasciandosi alle spalle la logica obsoleta della deterrenza nucleare fondata sulla sfiducia reciproca;
l’entrata in vigore del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari potrà rafforzare la costruzione del paradigma di sicurezza internazionale costruito sulla multilateralità, sugli accordi per il disarmo, sulla sicurezza umana, che anche l’Italia in tante altre occasioni ha sostenuto.
Tutto ciò premesso
Si impegna il Governo
1) ad assumere le iniziative di competenza per sottoscrivere e ratificare al più presto il Trattato dell’ONU per la messa al bando delle armi nucleari, anche al fine di garantire la sua effettiva entrata in vigore che avverrà solo dopo la ratifica da parte di 50 Paesi;
2) ad attivarsi per la rimozione dal territorio della Repubblica delle testate nucleari ad oggi presenti, assumendo le opportune iniziative nei confronti degli alleati possessori di tali testate.