Ancora naufragi al largo della Libia, ancora mancato intervento da parte dei soccorsi. Le stragi di questi giorni si sarebbero potute evitare, ma la UE sta a guardare, mentre Italia e Malta trattengono le imbarcazioni delle ONG e non compensano la loro assenza dal Mediterraneo intervenendo direttamente con le proprie navi.
Nessuna strategia politica, nessun calcolo, nessuna ragione giustificano il cinismo con cui una UE senz’anima assiste passivamente alla tragedia delle centinaia di persone che muoiono in mare.
Per quanto il problema dell’immigrazione sia estremamente complesso e non si possa risolvere semplicemente con interventi umanitari, utili soltanto a gestire l’emergenza;  per quanto la UE scarichi l’onere dell’accoglienza sui paesi del confine meridionale, che stanno vivendo una crisi economica senza precedenti, prodotta dalle politiche di austerità e dalla perdita della sovranità monetaria che limitano fortemente la loro capacità di far fronte al flusso di nuovi poveri in arrivo; per quanto il ruolo svolto dalle ONG non sia sempre cristallino; per quanto esista, con ogni probabilità, una “tratta dei migranti” che dovrebbe essere combattuta con fermezza… salvare le persone in pericolo e assicurare loro un trattamento umano, quello che si vorrebbe ricevere se si fosse al loro posto, è un imperativo morale cui non è possibile venire meno.
Chiediamo con forza che il governo italiano riconosca la priorità del salvataggio di vite umane rispetto a tutte le ragioni che lo inducono a portare avanti il braccio di ferro con la UE.

L’Italia anteponga la vita delle persone, reali e concrete, alla necessità di forzare gli altri paesi dell’Unione ad assumersi le proprie responsabilità; intervenga, anche all’interno delle acque libiche, con navi della Marina Militare, per soccorrere i naufraghi e condurli al sicuro nei nostri porti, senza fare distinzione fra rifugiati politici e migranti economici.

#primalepersone