Si è svolta oggi, presso la sede nazionale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FSNI), la conferenza stampa di FNSI e OdG sulla prosecuzione delle indagini sul caso Alpi-Hrovatin.
“La decisione del Gip di Roma Andrea Fanelli di richiedere ulteriori accertamenti sull’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin conferma che ancora molto resta da fare, per ottenere verità e giustizia per la giornalista e l’operatore del Tg3 uccisi in Somalia il 20 marzo 1994.
Ora più che mai, dunque, è necessario intensificare gli sforzi per illuminare la loro vicenda e ribadire con ancora più determinazione che #NoiNonArchiviamo. Per questo la Federazione nazionale della Stampa italiana, insieme con le associazioni che hanno aderito alla campagna (Stampa Romana , “Articolo 21”, “Rete No bavaglio”,ecc…) ha promosso questa conferenza stampa a Roma, nella sede del sindacato in Corso Vittorio Emanuele II: per fare il punto della situazione e annunciare la volontà di costituirsi parte offesa, così da poter dare dare un suo contributo (anche mediante gruppi di lavoro che esortiamo tutti i colleghi a creare, anche al di fuori dei confini aziendali e di testata) alle indagini, che proseguiranno per i prossimi 180 giorni. In questo modo, la FNSI avrà la possibilità di presentare memorie e indicare agli inquirenti elementi di prova, proseguendo sul percorso tracciato da Giorgio e Luciana Alpi, genitori di Ilaria”.
Così Beppe Giulietti, presidente nazionale della FNSI, ha aperto oggi la conferenza stampa organizzata proprio per fare il punto sul caso Alpi_Hrovatin. Evidenziando anche il clima, diverso dal passato, che – probabilmente sull’ onda anche dello sdegno dell’ opinione pubblica per vicende come quella degli Spada ad Ostia Lido e, in campo internazionale, le uccisioni dei due giornalisti investigativi, specialisti di corruzione e Pubbliche amministrazioni, a Malta e in Slovacchia – sembra si stia finalmente respirando, nei confronti dei giornalisti, nelle aule di giustizia. “Il tribunale di Siracusa – ha aggiunto Giulietti – ha condannato ora a due anni e otto mesi di carcere, riconoscendo anche l’aggravante mafiosa, quel Francesco De Carolis che minacciò il cronista Paolo Borrometi, intimandogli di smettere di scrivere sul clan di famiglia. La FNSI, costituita parte civile insieme con l’ Ordine dei Giornalisti, proseguirà nel suo impegno dalla parte dei cronisti minacciati: venerdì prossimo saremo, invece, al Tribunale di Pavia, per il processo sul caso dell’altro giornalista Rocchelli, ucciso nel 2014 in Iraq: dove saremo parte civile con Giuliano Pisapia, affiancati anche dalla stessa legale del caso Regeni. Forse si sta affermando il principio che colpire un giornalista significa calpestare lo stesso articolo 21 della Costituzione, sulla libertà di manifestazione del pensiero “.
Tornando al caso Alpi- Hrovatin, Fabrizio Orfeo, membro del CdR del Tg3 ( testata chiaramente presente alla conferenza stampa, in memoria di Ilaria), ha fatto anzitutto il punto sulle indagini: attualmente arenatesi, dopo la lunga detenzione (17 anni) d’un cittadino somalo erroneamente ritenuto assassino della giornalista ( “Ora si tratta, soprattutto,di mettere insieme le tante tessere del mosaico, eliminando quelle che sono vere e proprie “favole investigative”, divenute luoghi comuni”). C’è anche la proposta.- fatta dalla senatrice del M5S Paola Nunez – di creare una nuova commissione parlamentare d’ inchiesta: dopo, peraltro, gli scarsi risultati ottenuti dalla prima.
“La nostra costituzione, come parte offesa, nella prosecuzione delle indagini”, ha sottolineato, in chiusura, Vittorio Di Trapani, segretario generale USIGRAI, “preciso impegno già preso con la mamma di Ilaria Alpi, Luciana ( scomparsa pochi giorni fa), rappresenta, piu’ di 24 anni dopo quel duplice omicidio in Somalia, il modo migliore per affermare la realtà d’un giornalismo che non si limiti alla pura registrazione dei fatti. Questo, a maggior ragione in tempi in cui alcuni si spingono addirittura a ipotizzare un mondo futuro senza giornalismo”.
Fabrizio Federici