Volontari di Greenpeace provenienti da tutta Italia, in questi giorni in provincia di Viterbo per una riunione nazionale, hanno installato la riproduzione di una balena sommersa da un mare di plastica usa e getta per denunciare simbolicamente l’impatto che questo materiale ha sugli ecosistemi marini. I volontari hanno inoltre aperto uno striscione con il messaggio “Il mare non è usa e getta”.
«Ogni minuto finisce in mare l’equivalente di un camion pieno di plastica, una situazione sempre più grave», dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile campagna Inquinamento di Greenpeace Italia. «Le grandi aziende continuano a fare enormi profitti grazie alla crescente produzione di plastica monouso, pur essendo perfettamente a conoscenza del fatto che è impossibile riciclarla tutta. Per questo, insieme ad oltre un milione di persone che hanno aderito al nostro appello,chiediamo di ridurre drasticamente l’utilizzo di contenitori e imballaggi in plastica usa e getta».
Secondo quanto emerso da “Stessa spiaggia, stessa plastica”, indagine condotta tra maggio e giugno dall’organizzazione ambientalista raccogliendo rifiuti in sette spiagge italiane, circa l’80 percento degli imballaggi e contenitori in plastica catalogati è riconducibile a marchi come Coca Cola, San Benedetto, Ferrero, Nestlé, Haribo e Unilever.