A seguito della scarcerazione dello scrittore e accademico turco Mehmet Altan, disposto il 27 giugno da un tribunale di Istanbul, la direttrice di Amnesty International per l’Europa Gauri van Gulik ha rilasciato questa dichiarazione:
“La scarcerazione di Mehmet Altan era più che dovuta. La sua prigionia rappresentava una parodia della giustizia, emblematica delle profonde falle del sistema giudiziario turco”.
“Per due volte la Corte costituzionale aveva stabilito che la detenzione di Altan violava il suo diritto alla libertà e alla sicurezza eppure, incredibilmente, la sua sentenza era stata finora disattesa”.
“La sentenza del 27 giugno afferma che la Corte costituzionale aveva preso una decisione ‘definitiva e vincolante’. Ora i tribunali turchi devono rivolgere la loro attenzione alle altre migliaia di persone ingiustamente detenute in Turchia, compreso il presidente di Amnesty International Taner Kiliç ”.
Ulteriori informazioni
Mehmed Altan era detenuto nella prigione di Silivri, a Istanbul, dal 22 settembre 2016.
Il 16 febbraio 2018, insieme ad altri cinque imputati – tra cui suo fratello, l’ex direttore di un quotidiano e scrittore Ahmet Altan e la giornalista Nazlı Ilıcak – era stato condannato all’ergastolo ostativo per “aver tentato di sovvertire l’ordine costituzionale”.
L’11 gennaio 2018 la Corte costituzionale aveva stabilito che la detenzione preventiva cui Mehmet Altan era sottoposto dovesse terminare. Un tribunale aveva rifiutato di eseguire la sentenza, così come la seconda con cui la Corte costituzionale aveva condannato il comportamento del tribunale.
La decisione di rilasciare Mehmet Altan non significa che la condanna all’ergastolo sia stata annullata, in quanto dev’essere esaminato l’appello presentato dallo stesso Altan contro la sentenza di primo grado.