La Sicilia non sarà solo la capitale mondiale dei droni USA. Nei prossimi mesi entrerà in funzione nella grande stazione aeronavale di Sigonella anche il nuovo sistema di “sorveglianza terreste” dell’Alleanza Atlantica, l’AGS (Alliance Ground Surveillance), basato su cinque droni-spia RQ-4B Global Hawk prodotti dalla holding statunitense Northrop Grumman.
A fine maggio, la NATO ha firmato un contratto per il valore di 60 milioni di euro con il colosso delle costruzioni Astaldi S.p.A. di Roma per la progettazione e l’esecuzione dei lavori di ampliamento nella base siciliana dell’area per le operazioni a terra (OPS Area) e di quella per le operazioni aeree (Flight Area) dei velivoli senza pilota impiegati con il sistema di sorveglianza AGS. Nello specifico, il progetto prevede la realizzazione di 14 edifici per una superficie complessiva di circa 26.700 metri quadrati, da adibire ad uffici per uso militare e di “rimessaggio-attrezzaggio degli aeromobili, con specifica impiantistica radio e dati per operazioni aeree specialistiche”.
I lavori sono stati affidati ad Astaldi dalla NSPA – NATO Support and Procurement Agency, l’agenzia specializzata della NATO per l’acquisizione di progetti e infrastrutture, con quartier generale in Lussemburgo. Il contratto, finanziato dai 29 paesi membri dell’Alleanza Atlantica, prevede una durata dei lavori di circa tre anni. Proprio alla vigilia della firma con l’NSPA, la società di costruzione Astaldi ha deliberato un aumento di capitale di 300 milioni di euro per coprire parte dell’esposizione debitoria, con l’ingresso di un potente socio giapponese, IHI Corporation. Contestualmente è stato varato un piano industriale con cessioni di rami aziendali e “ristrutturazioni del debito” che sarà finanziato da alcuni importanti gruppi bancari (Unicredit, Intesa Sanpaolo, Bnp Paribas e Banco Bpm) con la concessione di fidejussioni per 175 milioni.
Il sistema AGS della NATO vedrà operativi a Sigonella i Global Hawk Block-40 di ultima generazione, dotati di sofisticati sensori termici per il monitoraggio e il tracciamento di oggetti fissi ed in movimento. I droni potranno volare con un raggio d’azione di 16.000 km, sino a 18.000 metri di altezza e a una velocità di 575 km/h, in qualsiasi condizione atmosferica. La stazione aeronavale di Sigonella ospiterà pure le postazioni per il comando e il controllo dei droni e circa 800 addetti della NATO. I dati rilevati dai velivoli senza pilota saranno prima analizzati a Sigonella e successivamente trasmessi grazie ad una rete criptata al Comando JISR, Joint Intelligence, Surveillance and Reconnaisance della NATO, con sedi a Bruxelles, Mons e The Hague.
“La centralità della base italiana di Sigonella sarà nell’analisi e distribuzione delle informazioni ma anche nella formazione del personale”, spiega l’analista Alessandra Giada Dibenedetto del Centro Studi Internazionale (Ce.S.I.) di Roma. “Geograficamente l’asset siciliano è strategico per la sorveglianza del Sud Mediterraneo e da Sigonella inizierà un viatico per proiettare la stabilità proprio sul confine meridionale della NATO, in collaborazione con lo Strategic Direction South Hub, basato presso il comando militare dell’Alleanza Atlantica di Napoli e che dal 2017 ha la finalità di aumentare la capacità di identificare e monitorare le molteplici minacce dal confine sud della NATO, con un centro di coordinamento per le operazioni di anti terrorismo, raccolta ed analisi dati ed informazioni dettagliate sulle principali aree di crisi nell’Area del Vicino oriente e dell’Africa settentrionale (…) Come il Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha più volte sottolineato, le sfide e le insicurezze che provengono dal fronte meridionale, tra cui attacchi terroristici nelle nostre città e la più grande crisi migratoria dalla seconda guerra mondiale, non possono essere ignorate…”.
“Il sistema AGS contribuirà a popolare il sistema JISR dell’Alleanza, incrementando la consapevolezza situazionale, e a garantire prevenzione e rapidità di risposta”, aggiunge Alessandra Giada Dibenedetto. “I sensori radar, infatti, essendo in grado di sorvegliare in un solo giorno centomila km quadrati di terreno, forniranno un’immagine completa della situazione a terra contribuendo a un numero di missioni quali la protezione delle truppe in campo e dei civili, sicurezza di frontiera e marittima, lotta al terrorismo e assistenza umanitaria in caso di disastri naturali. Osservando l’attuale scenario nel Medio Oriente, Nord Africa e Asia è possibile individuare tre missioni principali a cui il sistema AGS potrà contribuire: Operazione Sea Guardian nel Mar Mediterraneo, Resolute Support in Afghanistan e il programma di assistenza alle forze di sicurezza irachene (…) Nel quadro di una profonda collaborazione italiana nella strategia NATO per il sud, c’è da domandarsi se vedremo dispiegate in Sicilia anche delle Unità NATO di Integrazione delle Forze (Force Integration Units) piccoli nodi di comando e controllo attualmente presenti solo al confine est dell’Alleanza che precedono un eventuale intervento della Forza di Risposta Rapida della NATO…”.
Il centro di comando e controllo del sistema di “sorveglianza” AGS opererà in stretto coordinamento con il distaccamento dell’US Air Force (USAF Detachment 2) di Sigonella, preposto al coordinamento dei droni-spia Global Hawk e dei droni-killer Predator di stanza nella base siciliana. Anche alcuni dei droni Triton in via di acquisizione da parte della Marina militare USA saranno dislocati a Sigonella e saranno integrati ai Global Hawk della NATO e di US Air Force. Resta ancora nebulosa la data in cui sarà pienamente operativo il sistema AGS. Dopo i test nelle piste dello scalo siciliano nel dicembre 2015 e un primo volo controllato a distanza a fine dicembre 2017, il Comando NATO aveva annunciato che il programma sarebbe stato completato entro la primavera del 2018. Nel sito ufficiale dell’Alleanza, si legge invece oggi che “il primo Global Hawk della NATO dovrebbe raggiungere in volo dagli Stati Uniti alla sua nuova sede di Sigonella nel 2019”. Intanto nell’ultimo bilancio di previsione, l’Alleanza ha riservato all’AGS un maxi-investimento di 1,7 miliardi di euro per le “comunicazioni satellitari a supporto dei cinque droni di sorveglianza”, la maggiore voce di spesa dei programmi di sviluppo e potenziamento dei sistemi alleati di guerra avanzata.