Perché la flat tax? «Perché è giusto che chi guadagna di più paghi meno tasse. Perché spende e investe di più. L’importante è che ci guadagnino tutti: se uno fattura di più, risparmia di più, reinveste di più, assume un operaio in più, acquista una macchina in più, e crea lavoro in più».
Questa è la spiegazione fornita oggi da Matteo Salvini ai microfoni di Radio anch’io, rispondendo a una domanda sulle proposte di modifica del sistema tributario.
A quanto pare il neo Ministro dell’Interno non conosce una categoria economica fondamentale: la PMC, la propensione marginale al consumo, che misura l’incremento dei consumi per ogni euro di incremento del reddito. La PMC è un indicatore molto utile nelle scelte di politica economica, perché è uno strumento per valutare le ricadute delle scelte operate utilizzando la leva fiscale.
Non serve un genio per comprendere che la propensione marginale al consumo è caratterizzata da un andamento decrescente rispetto al reddito. Infatti, a bassi livelli di reddito la PMC è molto alta, poiché si tratta di persone che devono soddisfare i bisogni di base della propria esistenza. Ovviamente, quando il reddito cresce, la propensione marginale al consumo si riduce, poiché gli individui destinano al consumo una porzione inferiore dell’incremento di reddito, diminuendo lo stato di necessità.
Pertanto, se Matteo Salvini si fosse posto veramente l’obiettivo di aumentare i consumi e di alimentare il dinamismo economico, avrebbe dovuto affermare esattamente il contrario di ciò che ha detto, e cioè: «Perché è giusto che chi guadagna di meno paghi meno tasse. Perché possa spendere di più. L’importante è che ci guadagnino tutti: se uno spende di più, acquista una macchina in più, crea lavoro in più, fa assumere un operaio in più, fa aumentare le fatture, fa reinvestire di più». Ma di conseguenza la domanda corretta sarebbe stata quella opposta: perché no alla flat tax?