La denuncia pubblicata da Amnesty International il 28 marzo era stata netta: le attività dell’impresa mineraria cinese Haiyu rischiavano di far sprofondare nell’Oceano Indiano l’intero villaggio di Nagonha, sulla costa orientale del Madagascar, abitato da oltre 1.000 persone.
Già nel 2015 un’inondazione aveva distrutto 48 abitazioni e lasciato senza tetto 290 abitanti.
Il 30 maggio il governo malgascio ha deciso di sospendere le attività della Haiyu.
Si tratta di un passo avanti importante in favore dei diritti della popolazione locale e contro un’impresa irresponsabile che non aveva mai svolto un’analisi dell’impatto ambientale delle sue attività, né aveva – come invece prevede il diritto internazionale – consultato le comunità interessate.