Nel montuoso nordest della Colombia, a qualche ore di cammino dalla città più vicina, si trova il villaggio di La Puria. Qui vive un centinaio di indigeni del popolo Emberá Katío. Nella loro lingua emberá significa essere umano, indigeno o uomo. Ma qui uomini non ce ne sono.
Cinquanta anni di guerra civile hanno svuotato il villaggio: alcuni uomini sono stati reclutati dai paramilitari, altri hanno ingrossato le fila della guerriglia. Altri ancora sono rimaste vittime del conflitto e sono stati fucilati dai gruppi armati, legali o illegali.
Ora donne, mamme adolescenti e bambini sono gli unici abitanti rimasti a La Puria: le donne, si aggirano impugnando machete con i loro piccoli a tracolla. L’attuale capo del villaggio è una giovane di 26 anni madre di quattro figli. Gli schiamazzi dei bambini che giocano rimbombano tra le case che le loro madri si sono costruite da sole. Molti di questi piccoli sono figli di mamme adolescenti violentate dagli attori armati del conflitto.
Ora il conflitto, iniziato con la battaglia di Marquetalia nel 1964 è terminato. Purtroppo l’accordo di pace con le FARC non ha superato il vaglio del referendum per una manciata di voci (10000 su un paese di 49 milioni di abitanti). Il cessate il fuoco cpn la guerriglia dell’ELN già traballante è fracassato rovinosamente dopo che il governo colombiano ha bombardato un accampamento dell’ELN. Opera ancora, inoltre l’EPL e gruppi paramilitari La strada per la pace è lunga, ma il cammino è quello. Camminante non c’è cammino, si fa cammino al procedere diceva un noto poeta latino americano Antonio Machado: in aree sperdute del vastissimo paese ancora il conflitto regna, ma gli accordi di pace dell’Havana tra FARC e governo colombiano hanno sicuramente rappresentato un grandissimo passo in avanti nel lungo e faticoso cammino della pace: 50 anni e più di conflitto non si cancellano in un giorno.
A La Puria e in centinaia di villaggetti rurali delle aree più calde del paese gli abitanti continuano a mostrare i segni della guerra. Lo scorso anno, durante una terapia di gruppo attraverso il disegno svoltasi presso la scuola del villaggio, quasi tutti gli scolari hanno usato i loro pastelli per rappresentare persone armate di fucili. In molti altri le scuole non ci sono proprio o sono state trasformate in accampamenti dell’esercito o dei paramilitari: timorosi di attacchi a sorpresa della guerriglia chiedono e trovano riparo nelle scuole del villaggio, uniti edifici in cemento, violando tutte le convenzioni del diritto internazionale umanitario e della convenzione di Ginevra: il diritto di guerra che stabilisce il principio di separazione tra beni civili e beni militari. Più cauta la guerriglia nel fare cose come accamparsi nei villaggi: si è più esposti e ci si attira l’odio della comunità, che conosce dettagliatamente l’area e i suoi abitanti: chi è paramilitare, chi guerrigliero, chi è stato reclutato dall’esercito.
Le aree rurali del paese sono e continuano ad essere completamente abbandonate dal governo, il cui intervento si limita all’invio di corpi militari: niente strade. Un’area quella rurale dove risiede una larga fetta del popolo colombiano,aree completamente sconosciute al turismo e all’opinione pubblica mondiale. Aree dove non si va dove hic sunt leones. Nord est antioqueno, Magdalena Medio, Arauca, Costa Pacifico sono zone meravigliose paesaggisticamente e ricchissime di risorse naturali: diamanti, petrolio, smeraldi, legna acqua. Aree agricole che sfamano e producono cibo per buona parte del paese, ma anche zone da senza strade, senza sanità senza educazione che vivono ancora in contesti preindustriali.
Quella visiva è l’unica possibilità di contatto tra la gente di La Puria che parla solo Emberá.