Sabato 9 giugno a Milano più di mille persone hanno partecipato alla manifestazione contro il razzismo organizzata dopo l’omicidio del migrante del Mali Soumaila Sacko, assassinato il 2 giugno a San Ferdinando, nel Vibonese, in Calabria.
Partito da via Palestro alle 16, il corteo è arrivato alla Stazione Centrale – luogo simbolo dell’arrivo dei migranti – alle 17,30. Tra i partecipanti decine di associazioni, tra cui Libera, Naga, Usb, I Sentinelli di Milano, Milano senza frontiere, Coordinamento Arcobaleno, gruppi studenteschi e la Banda degli Ottoni.
Sui volantini distribuiti dai giovani del centro sociale Cantiere si leggeva: “Una terra i cui abitanti subiscono da tempo immemore l’infamia delle ‘ndrine e la fatica di coltivare la terra come braccianti sfruttati. Una terra in cui il colore della pelle è diventato un elemento della gerarchia del lavoro e dove i braccianti africani hanno combattuto molte volte in questi anni contro il caporalato. Soumalia Sacko era un attivista sindacale, in mezzo ai campi, come tanti altri prima di lui in quelle terre. Chi soffia sul vento del razzismo, della guerra tra poveri, della restaurazione dei muri e delle frontiere è il mandante morale di ogni crimine a sfondo razziale”.
Al termine del corteo sono intervenuti i rappresentanti della diaspora maliana in Italia e del movimento maliano C.d.r, che hanno ringraziato tutti partecipanti alla manifestazione e ricordato la tragica scomparsa di Soumaila Sacko.
L’Usb (l’Unione sindacale di base per i diritti e la dignità dei braccianti nella Piana di Gioia Tauro, di cui faceva parte Soumaila Sacko, ha lanciato una campagna di raccolta fondi online per sostenere le spese legali e per il rientro in Mali della sua salma. Nel giro di tre giorni, è già stato raggiunto (e superato) il tetto previsto di 20.000 euro.