Quando, intorno al 3000 a.C. Narmer, quasi unanimemente identificato con Menes, partì dal sud del Sudan, unificò l’Alto e il Basso Egitto e diventò faraone, legò con questo gesto il destino di due popoli. Circa 10.000 anni fa il Sahara era ricco di animali e vegetazione: una squadra di archeologi ha infatti ritrovato nel deserto sudanese rappresentazioni di mucche e gazzelle. Seguendo il Nilo un popolo di agricoltori vi si stabilì, creando le prime forme di civiltà egizio-nubiana.
Lo storico e antropologo senegalese Cheik Anta Diop affermò negli anni Cinquanta e Sessanta che i primi egizi avevano la pelle scura, ma il pensiero colonialista dell’epoca negava che le popolazioni africane avessero un passato storicamente rilevante. Veniva studiato solo l’Egitto e il Regno di Kush, chiamato anche Nubia, non interessava nessuno: quando l’archeologo americano George Reisner vide il sito di El-Kuru, con statue imponenti di faraoni neri e i loro tesori, nascose le sue scoperte.
Dapprima amico e alleato dell’Egitto, il regno di Kush divenne poi suo nemico per via dell’oro, che possedeva in abbondanza e serviva a creare i gioielli ritenuti necessari per il viaggio nell’aldilà dei faraoni. Ad un certo punto i kushiti divennero schiavi degli egizi, ma fecero anche incursioni nel loro territorio, in un alternarsi di pace e conflitti. L’affermarsi di faraoni dalla pelle più chiara fece diventare una minoranza la popolazione nera.
Il più grande sovrano kushita fu Piankhi, a cui successe il fratello Shabaka e altri sovrani della XXV dinastia, tra cui Taarka, descritto come un re clemente e un grande costruttore. I kushiti adoravano il dio Amon e avevano una montagna sacra a forma di cobra. La loro capitale Kerma era bellissima e si estendeva intorno al tempio di Defufa. Le piramidi erano più numerose e più piccole di quelle egizie. Nel 700 a.C. a causa di una grave carestia la capitale venne spostata da Kerma a Meroe.
L’alfabeto meroitico era diverso dai geroglifici e la lingua non è stata ancora completamente decifrata. Ai regni dei faraoni seguirono quelli delle regine, guerriere che conducevano le truppe in battaglia, grandi costruttrici di piramidi, abili diplomatiche e sovrane che sceglievano i loro sposi. La più famosa fu Amanishakheto, che firmò un trattato di pace con i romani dopo aver fermato numerose invasioni. Il suo favoloso tesoro venne scoperto nel 1834 dall’italiano Giuseppe Ferlini. La piramide che lo conteneva venne distrutta e gli oggetti venduti a diversi musei, tra cui quelli di Monaco e del Cairo.