di Giorgio Cremaschi
Ho tante ragioni per essere contro la UE, ma ora c’è anche la vergogna. Mi sono vergognato in Venezuela di essere un cittadino UE, formalmente così siamo catalogati agli aeroporti, per le parole di Federica Mogherini. La rappresentante dell’Unione per la politica estera è uscita dal mutismo che l’ha colpita durante la strage dei palestinesi, i bombardamenti in Siria, le violenze naziste in Ucraina e tanti altri crimini internazionali, per intervenire sulle elezioni in Venezuela. La UE non le riconoscerà, ha detto.
Come fa la UE a non riconoscere la validità di elezioni cui ha rifiutato di mandare suoi osservatori, nonostante l’invito formalmente ricevuto? In base a che cosa disconosce un voto prima che ci sia stato, solo per gli ordini di Trump?
Il passato capo del governo socialista in Spagna, il moderato Zapatero da anni mediatore del dialogo tra governo e opposizioni, presente in Venezuela per il voto, ha posto la stessa domanda. Come si fa a disconoscere un voto prima che sia effettutato? Soprattutto perché esso viene effettuato con le stesse regole delle elezioni precedenti, mai contestate per la loro regolarità, soprattutto la volta che le opposizioni vinsero.
Come gruppo di osservatori internazionali siamo stati in una scuola dove si stanno organizzando nove seggi e abbiamo seguito l’organizzazione di uno di loro. Prima di descrivere la procedura di voto, vorrei però soffermarmi parlare sugli scrutatori e sui presidenti di seggio. In base alla legge essi sono gente del quartiere in cui si vota, estratti dalle liste elettorali e chiamati ad un compito che è considerato dovere civico e che si può rifiutare solo per comprovati motivi. Essi sono quindi tutta gente del popolo, la più semplice e normale, il volto segnato dalle fatiche quotidiane.
Il voto è integralmente elettronico. Il riconoscimento dell’elettore avviene con il suo documento e poi con l’impronta digitale del pollice. Solo se questa corrisponde al nome contenuto nel registro degli elettori si attiva il computer per il voto. A questo punto l’elettore accede allo spazio isolato e coperto, un tavolo cabinato, nel quale si vota. Con il dito tocca il volto del candidato nella lista prescelta sullo schermo, e poi lo conferma al computer. La macchina emette la ricevuta con il voto , l’elettore la piega, esce dalla cabina, la intruduce in un’urna.
Poi conferma che ha votato nell’apposito albo degli elettori del suo seggio.
Lo spoglio dei voti avverrà con le ricevute nelle urne e con il conteggio elettronico. I dati verranno inviati poi al centro calcolo nazionale, tutto per via elettronica, una via inattaccabile come hanno detto tanti esperti e ha ribadito lo stesso Zapatero nella conferenza stampa che ho sentito.
Ho voluto fare questo racconto della procedura di voto, perché sia chiaro che essa è una delle più democratiche oneste e trasparenti al mondo, confrontatela con quella di casa nostra…
Ma Maduro è un dittatore, scriveva ancora ieri Il Corriere della Sera, perché alle elezioni non ha avversari. Falso, ci sono due candidati di destra e uno di sinistra. Il principale di essi Falcon, di cui ho visto foto giganti e manifesti, faceva parte del coordinamento delle opposizioni di destra. Ha rotto con esse per partecipare al voto, con il suo programma ultra liberista molto simile a quello del presidente Macrì in Argentina. Le altre opposizioni invece hanno deciso di boicottare le elezioni presidenziali, nonostante le avessero più volte richiesto nel passato e nonostante si voti con le stesse identiche procedure che avevano sempre accettato. Perché? Evidentemente perché hanno pensato di perdere e questo non possono permetterselo, loro e soprattutto il loro mandante USA. Dove vuole arrivare chi boicotta elezioni democratiche si è chiesto Zapatero? Lui non si è risposto, noi lo diciamo: alla guerra civile e all’intervento militare americano. A questo stanno lavorando le opposizioni che non vogliono le elezioni, gli stati reazionari e golpisti dell’America Latina e naturalmente Trump. La signora Mogherini sta con questa compagnia, con il Guatemala ed il Paraguay, dove ci sono vere dittature sanguinarie, che tra l’altro hanno seguito gli USA nella scelta assassina di trasferire le proprie ambasciate a Gerusalemme.
Ma perché verso il Venezuela c’è questa ossessione occidentale? Se lo è chiesto Maduro ricevendo gli osservatori internazionali di tutti i i continenti. Per la scelta socialista del governo bolivariano o per il petrolio, o per tutte e due? Su questo, su cosa i golpisti vogliono prendere e su cosa vogliono distruggere in Venezuela, torneremo. Intanto vergogniamoci dei mass media, della Mogherini e della UE che sul Venezuela adottano e diffondono le peggiori bugie di Caracas.