Dove puoi trovare discussioni, persone e proposte diverse come:
~ Il giudice Baltasar Garzón, che ha lavorato instancabilmente per estradare Pinochet dalla protezione di Margret Thatcher per affrontare le accuse di genocidio. ~ Un’attivista rifugiata, Nicole Ndongala, spagnola/congolese, che difende i diritti umani degli immigrati. ~ Un economista argentino, Guillermo Sullings, che presenta i passi verso la Nazione Umana Universale. ~ Un medico contro le armi nucleari, Carlos Umaña, responsabile per il Costa Rica dell’ICAN. ~ Un attivista per la pace e neuroscienziato neozelandese, Piero P. Giorgi. ~ Un politologo ed economista italiano del Belgio, Riccardo Petrella. ~ Un parlamentare francese dell’Assemblea nazionale per la France Insoumise, l’umanista Sabine Rubin. ~ Un’antropologa sociale e attivista di Convergenza delle Culture, Clara Gomez Placito. ~ La coordinatrice di Pressenza Atene, Marianella Kloka. ~ Mayte Quintanilla, di Madrid, Umanisti per la rendita universale di base.
E questo è solo il dibattito di apertura?
Al Forum Umanista Europeo, ovviamente!
Autofinanziato dai partecipanti e dalle organizzazioni collaboratrici, libero da sponsorizzazioni aziendali e dall’influenza delle multinazionali, il Forum, come le sue quattro precedenti edizioni, ha messo in luce il meglio del potenziale umano. Denunciare la violenza e la disumanizzazione non è abbastanza. La psiche umana richiede immagini positive per il futuro, sogni, utopie e progetti per lanciarsi in azioni che possano portare cambiamenti. Questo era il compito e continuerà ad esserlo nel prossimo forum, tra due anni.
Ulteriori workshop e dibattiti hanno visto questa diversità diventare sempre più profonda nei temi e nelle persone. Troppi per menzionarli tutti, si prega di consultare il programma di workshop sul sito del Forum Umanista Europeo .
Tra i visitatori di altri continenti c’era Tomas Hirsch, recentemente eletto parlamentare per il Partito Umanista nella coalizione del Frente Amplio in Cile, che ha portato una parola di speranza per un nuovo tipo di politica partecipativa e umanizzante.
Quindi, cosa abbiamo in comune, ciò che ci unisce, nella nostra Nonviolenza Attiva, Buona Conoscenza, Nuova Spiritualità, Rendita Universale di Base, immagini per il Cambiamento Sociale, Giochi per la Nonviolenza, Educazione, Disarmo Nucleare, Diritti Umani, il trasfondo psicosociale, Migrazioni, Discriminazione – Razziale, Sessuale, qualsiasi tipo – Ecologia, Questioni interculturali, umanizzazione di multinazionali farmaceutiche, Media, Arti, Attivismo femminile, Politica, Tecnologia, Economia, La Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza 2.0, tutte questioni molto presenti in diversi dibattiti e seminari di discussione?
La Dichiarazione finale contiene lo spirito della nostra esistenza comune: “Abbiamo visto che l’essenza di “ciò che ci unisce” è considerare gli esseri umani come il valore più alto al di sopra del denaro, dello Stato, della religione, dei modelli sociali e dei sistemi. È promuovere la libertà di pensiero. È promuovere la parità di diritti e le pari opportunità per tutti. È riconoscere e incoraggiare la diversità dei costumi e delle culture. È opporsi a ogni discriminazione e consacrare la giusta resistenza a tutte le forme di violenza: fisica, economica, razziale, religiosa, sessuale, psicologica e morale”.
È un appello all’azione per mettere in moto la rivoluzione nonviolenta, sociale, psicologica e spirituale, che ci porterà alla Nazione Umana Universale.
Il Forum si è aperto con poesie in diverse lingue, ecco una traduzione in italiano di una di queste:
“Siamo la vita che è emersa dalle acque.
Siamo il pesce che ha voluto vedere il sole.
Siamo il rettile che ha voluto sentirne il calore.
Siamo il primate che si è sollevato in posizione eretta e ha voluto pensare.
Siamo il primo uomo che ha vinto il timore e si è avvicinato al fuoco sino a dominarlo.
Siamo l’evoluzione e siamo la storia.
Siamo i discendenti degli uomini che tante volte hanno cambiato la propria vita e hanno cambiato il mondo.
Siamo i figli della specie umana. Ce l’abbiamo fatta prima, ce la faremo anche adesso.”
Traduzione dallo spagnolo di Mariapaola Boselli