Ferdinando Maddaloni, con la sua seconda docufiction “Non cercare la logica dove non l’hai messa tu” (“Never look for logic if it’s not your logic”) prodotta da Artisti Civili con il patrocinio di Amnesty International e il contributo del Nuovo Imaie, si è aggiudicato il Premio “Short documentaries” al Brazil International Film Festival 2018
La cerimonia di premiazione è avvenuta sabato 26 maggio 2018, al Teatro Municipal di Teresopolis (Rio de Janeiro).
La docufiction ha vinto anche il Premio Hollywood International Independent Documentary Awards 2016, il Portugal International Film Festival 2017, il Canada Indipendent Film Festival 2018 ed ora accede di diritto alla fase finale del Germany International Film Festival (Monaco di Baviera 6 settembre 2018)
«Tutto è iniziato nel 2008 con la mia prima docufiction dal titolo: “Anna Politkovskaja: concerto per voce solitaria” – afferma Maddaloni – vincitrice di numerosi premi. Nel 2015 con il prezioso contributo del Nuovo Imaie, nasce la seconda parte “Non cercare la logica dove non l’hai messa tu” un videodiario che svela tutti i retroscena del precedente fortunato lavoro. Fondamentale è stata l’amicizia con Andrei Mironov, ossia colui che ha armato la mia penna, ispirato i miei testi e mi ha accompagnato, non solo fisicamente, nell’inferno dei territori più bui dell’animo umano. Era l’unico che riusciva a zittirmi con quel suo proverbio: “Caro Ferdinando, non cercare la logica dove non l’hai messa tu”».
Il montaggio è di Stefano Imperato; tra i protagonisti lo stesso Maddaloni (che nel monologo “(in) Visibili segnali di protesta” fa rivivere spietati parallelismi tra Grosny ed Auschwitz rievocando i drammatici appelli del giornalista freelance Antonio Russo), assieme alle attrici Paola Sini e Katia Nani, quest’ultima intensa interprete della giornalista Natalia Estemirova.
«Grazie alla lettura di alcune interviste, ma soprattutto ai racconti dello stesso Mironov, ho scritto il monologo “Paura di perdere se stesso” ricostruendo l’ultimo interrogatorio della Estemirova da parte dei suoi rapitori ed immaginando il suo atteggiamento contro un fantomatico Presidente fino ai due colpi mortali».
Il finale è affidato alle vibranti corde vocali di Carmen Femiano, interprete del brano “Vulesse” di Francini&Lattanzio. «Alla base di tutto c’è la promessa fatta sulla tomba di Anna Politkovskaja a Mosca nel gennaio 2009: raggiungere Beslan e prendersi cura dei piccoli sopravvissuti alla strage del 2004. Anna non aveva potuto farlo perché fu avvelenata mentre era in viaggio verso l’Ossezia del Nord durante l’assedio. Ne parlammo con Andrei. “Si può fare” fu la sua risposta. Nacque così il nostro progetto “BeslaNapoli. Una videoteca per Beslan”».
Ufficio stampa Artisti Civili