Sembra che il sole non splenda più per l’industria mineraria, perché il governo guidato dal Presidente si è scagliato contro le compagnie minerarie costringendole a piantare alberi. In seguito, il segretario del Ministero dell’Ambiente e delle Risorse Naturali ha emesso un’ordinanza amministrativa che imponeva un risanamento progressivo e limiti delle attività estrattive per evitare che i siti minerari apparissero distruttivi agli occhi della popolazione. Sembra che queste siano indicazioni del fatto che il divieto sulle miniere a cielo aperto e la moratoria sull’apertura di nuove miniere saranno presto revocati.
Imporre alle imprese minerarie di piantare alberi rientra nel processo di risanamento necessario per compensare almeno i danni ambientali previsti e associati alle loro attività. Ma piantare alberi e rendere più verde il sito minerario non porrà fine ai vari problemi che circondano l’attività mineraria. Si tratta di una risposta che trascura le violazioni dei diritti umani commesse dalle compagnie minerarie, compresi le evacuazioni, i conflitti interni alle comunità, la perdita dei mezzi di sussistenza, nonché l’ecosistema alterato, se non danneggiato, che non sarà mai più ripristinato.
D’altro canto, un provvedimento amministrativo che richieda un risanamento progressivo con l’imposizione di limiti alle attività estrattive è un’azione positiva. Tuttavia, l’intento di questa misura solleva degli interrogativi, in quanto la consultazione in materia è stata limitata all’industria mineraria e non ha coinvolto le comunità interessate.
Inoltre, l’imposizione di nuovi limiti per le attività estrattive sembra a prima vista una cosa positiva, ma anche in questo caso il punto cruciale è l’accordo di ripartizione della produzione di minerali (MPSA), che rimane in vigore senza alcuna modifica. Richiedere alle società minerarie di estrarre minerali in aree specifiche e poi di piantare alberi non dà grandi vantaggi ai minatori. Rendere più verdi le miniere è utile a ridurre la pubblica indignazione contro le terre divenute aride a causa loro, ma così non si affronta il fatto che le comunità subiscono effetti negativi, i loro mezzi di sussistenza vanno perduti, le loro fonti d’acqua vengono inquinate e la composizione topografica e della biodiversità della loro area sarà per sempre alterata.
Perché non imporre una moratoria totale sull’attività mineraria fino a quando non sarà formulata una politica più umana e sana? Il progetto di legge sulla gestione alternativa dei minerali (AMMB) è una buona opzione. Vietare totalmente l’attività mineraria e proibirla in determinate zone è un miracolo che viene invocato da molti anni dalle comunità colpite dal problema e dai sostenitori dell’ambiente.
E’ probabile che ciò accada? Il Presidente e il Segretario del Ministero dell’Ambiente e delle Risorse Naturali ascolteranno la nostra preghiera? Comunità e attivisti per l’ambiente, sosteniamoci a vicenda e preghiamo che essi siano sinceri e mantengano la parola data. Siamo preparati, però e preghiamo perché non finiscano per ingannarci con uno stratagemma. Guardiamo oltre il “Rendere più verdi le miniere!”, facciamo pressione per un autentico risanamento, in cui le persone partecipino alla stesura del piano e le compagnie minerarie concedano risarcimenti e paghino per i danni che hanno arrecato alla natura e ai membri della comunità.
Traduzione dall’inglese di Annalaura Erroi