Una mobilitazione popolare, con proteste e anche atti di sabotaggio, ha spinto il governo dell’Etiopia a sospendere una licenza per lo sfruttamento di miniere d’oro accordata a un’azienda proprietà dell’imprenditore più ricco del Paese. Il provvedimento ha colpito la Mohammed International Development Research and Organization Cos. (Microc), titolare dal 1998 delle concessioni nella miniera di Lega Dembi, a Shakiso, nella regione dell’Oromia.
Il rinnovo della licenza nell’aprile scorso aveva segnato il via delle proteste di abitanti locali e attivisti, che denunciano danni all’ambiente e alla salute. Alcuni manifestanti avevano anche tagliato i cavi della corrente elettrica e interrotto la fornitura di acqua della miniera. Ora il ministero per le Miniere, il petrolio e il gas ha assicurato che una commissione indipendente studierà l’impatto che la Midroc provoca sull’ambiente. L’azienda è di proprietà dell’imprenditore etiope Mohammed Al Amoudi, secondo uomo di colore più ricco al mondo secondo la rivista ‘Forbes’. Nel 2017 il milionario era stato coinvolto in un’inchiesta giudiziaria per fatti di corruzione in Arabia Saudita, il Paese dove risiede.